Silicon Box, i sindacati chiedono un tavolo permanente: «Non saremo spettatori ma parte attiva»

Incontro tra i segretari di Cgil, Cisl e Uil e il sindaco Canelli

Un tavolo permanente che dalla posa del primo pilone al taglio del nastro sia in grado di monitorare l’arrivo in città di Silicon Box, il colosso dei chip atteso ad Agognate nel 2025 e operativo dal 2028. È quanto hanno chiesto i sindacati Cgil, Cisl e Uil nel mese di giugno, all’annuncio dell’insediamento, e formalizzato la scorsa settimana in un incontro con il sindaco di Novara, Alessandro Canelli.

Leggi anche Via libera a Silicon Box, il Consiglio dei ministri ha votato l’interesse strategico

«Non abbiamo intenzione di fare gli spettatori in questa operazione, ma vogliamo essere parte attiva – afferma il segretario generale di Cgil, Attilio Fasulo -. Al sindaco abbiamo comunicato la volontà di dare avvio a una fase di interlocuzione con il Comune nel momento in cui avremo la certezza che l’investimento ci sarà: non tavoli indefiniti con mille associazioni, ma un tavolo permanente dall’inizio dei lavori con sindacati e soggetti imprenditoriali, scuola, università che possano occuparsi di contratti, sicurezza, mobilità, formazione. L’interesse da parte nostra non cambia a seconda del numero di posti di lavoro, il nostro interesse c’è comunque. Ci siamo dati appuntamento nei primi mesi del 2025: sarà una bella sfida per tutti».

«Un investimento del genere, che ci auguriamo vada a buon fine, coinvolgerà tutta la comunità -ribadiscono i segretari generali di Cisl, Elena Ugazio, e Uil, Roberto Vittorio -. Si dovrà lavorare sulla formazione interagendo con la scuola e l’università, preparare il tessuto abitativo, organizzare i trasporti per raggiungere il sito. Insomma un ragionamento di sistema complessivo. Chiediamo di esserci nel rispetto delle parti abbandonando la visione di contrapposizione tra lavoratori e imprenditori: è necessario lavorare in un’ottica collettiva. Sarà un cambiamento molto importante per la città che potrebbe tornare a essere un centro riconosciuto come in passato quando c’erano i grandi nomi dell’industria».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Silicon Box, i sindacati chiedono un tavolo permanente: «Non saremo spettatori ma parte attiva»

Incontro tra i segretari di Cgil, Cisl e Uil e il sindaco Canelli

Un tavolo permanente che dalla posa del primo pilone al taglio del nastro sia in grado di monitorare l'arrivo in città di Silicon Box, il colosso dei chip atteso ad Agognate nel 2025 e operativo dal 2028. È quanto hanno chiesto i sindacati Cgil, Cisl e Uil nel mese di giugno, all'annuncio dell'insediamento, e formalizzato la scorsa settimana in un incontro con il sindaco di Novara, Alessandro Canelli.

«Non abbiamo intenzione di fare gli spettatori in questa operazione, ma vogliamo essere parte attiva - afferma il segretario generale di Cgil, Attilio Fasulo -. Al sindaco abbiamo comunicato la volontà di dare avvio a una fase di interlocuzione con il Comune nel momento in cui avremo la certezza che l’investimento ci sarà: non tavoli indefiniti con mille associazioni, ma un tavolo permanente dall'inizio dei lavori con sindacati e soggetti imprenditoriali, scuola, università che possano occuparsi di contratti, sicurezza, mobilità, formazione. L'interesse da parte nostra non cambia a seconda del numero di posti di lavoro, il nostro interesse c’è comunque. Ci siamo dati appuntamento nei primi mesi del 2025: sarà una bella sfida per tutti».

«Un investimento del genere, che ci auguriamo vada a buon fine, coinvolgerà tutta la comunità -ribadiscono i segretari generali di Cisl, Elena Ugazio, e Uil, Roberto Vittorio -. Si dovrà lavorare sulla formazione interagendo con la scuola e l'università, preparare il tessuto abitativo, organizzare i trasporti per raggiungere il sito. Insomma un ragionamento di sistema complessivo. Chiediamo di esserci nel rispetto delle parti abbandonando la visione di contrapposizione tra lavoratori e imprenditori: è necessario lavorare in un’ottica collettiva. Sarà un cambiamento molto importante per la città che potrebbe tornare a essere un centro riconosciuto come in passato quando c’erano i grandi nomi dell’industria».

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