Due movimentati inseguimenti nelle zone di spaccio dei boschi novaresi. Si sono conclusi con due arresti per resistenza da parte dei carabinieri. Uno è avvenuto a Castelletto Ticino: nell’ambito di normali controlli del territorio i militari del Radiomobile di Arona hanno visto un’auto ferma in posizione sospetta, e, quando si sono avvicinati, il conducente ha ingranato la marcia ed è scappato a tutta velocità. Non ha esitato a speronare la gazzella dell’Arma pur di guadagnare la fuga.
Una volta raggiunto, ha cercato di buttare fuori strada l’auto del Norm e poi di scappare a piedi. Quando è stato raggiunto e bloccato, nel corso della perquisizione gli sono stati trovati oltre un etto di cocaina, in un unico panetto, e poi piccoli involucri contenenti dosi di cocaina ed eroina, senza tralasciare gli oltre 6 mila euro in contanti, in banconote di vario taglio, ritenuta guadagno dello spaccio. In manette è finito E.G.B, trentaduenne senza fissa dimora di origine marocchina nei cui confronti il giudice, alla convalida, ha disposto il divieto di dimora in provincia di Novara e il nullaosta all’espulsione.
Altro inseguimento movimentato è avvenuto lunedì pomeriggio nella zona della Bassa Valsesia: in una zona di spaccio alla periferia di Ghemme i carabinieri hanno incrociato l’auto di un biellese di 43 anni sottoposto alla sorveglianza speciale e all’obbligo di firma perché indagato per una morte da overdose nel suo paese, Chiavazza (avrebbe ceduto una dose letale a un tossico che poi è deceduto): l’uomo, per paura del controllo, si è scappato a tutta velocità per le strade fra Ghemme e Fara, fino a quando si è schiantato e ha proseguito la fuga a piedi. E’ perfino arrivato a gettarsi in un canale per cercare di far perdere le proprie tracce, ma è stato raggiunto e arrestato: si tratta di G.B., 43 anni, per il quale il giudice di Novara ha disposto la custodia cautelare in carcere in attesa della direttissima.