Una scorta di eccezione quella riservata all’assessore regionale Paolo Bongioanni che oggi, 28 ottobre, ha fatto visita ad enti e istituzioni locali, associazioni di categoria agricole, venatorie, piscatorie, per illustrare le azioni della Regione a favore del settore agricolo e agroalimentare. Presenti nell’aula di Palazzo Natta oltre al sindaco e presidente della Provincia Federico Binatti (Fdi), l’assessora regionale Marina Chiarelli (Fdi), la consigliera regionale Daniela Cameroni (Fdi) e la collega Annalisa Beccaria (Fi).
Nel suo saluto dopo una «prima visita istituzionale in provincia di Novara foriera di informazioni che hanno permesso di vedere problematiche legate alla peste suina, alla fauna selvatica, ai cambiamenti ambientali e alle specie animali invasive» l’assessore ha ringraziato anche il senatore Gaetano Nastri e ha annunciato la volontà della regione Piemonte di creare i «distretti del cibo che rappresentano un nuovo strumento per dare una voce comunicativa forte al mercato agricolo e agroalimentare» anche annunciando un bando di 100 milioni del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare che troverà una sponda in Regione con «uno stanziamento a fine anno e uno in primavera».
Il novarese è per Bongioanni «un territorio che nelle sue classi imprenditoriali ha capacità di innovazione e di interpretare il mercato» per questo aggiunge «alcune delle richieste e le attenzioni che mi sono state formulate sono tipiche del territorio novarese, ma tutti insieme potremo fare un grande lavoro».
Sul contenimento della peste suina l’assessore ribadisce quanto detto in precedenza: «Con le Dgr a mia firma abbiamo potuto attivare interventi di contenimento del cinghiale e abbiamo stanziato delle risorse per incrementare le guardie provinciali in modo tale da poter essere più incisivi. Sto aspettando la risposta della struttura commissariale nazionale per autorizzare gli interventi di contenimento nelle zone di restrizione». Sull’epidemia che si è verificata a Trecate negli scorsi mesi Bongioanni ribadisce che «in provincia il vettore non è stato il cinghiale, ma errori umani che oggi non si possono più commettere. Se creiamo ulteriori fenomeni compromettiamo l’intero distretto suinicolo regionale».