Chiudono gli uffici postali di Vignale e Torrion Quartara. Azienda: «Piano di riorganizzazione», per i sindacati problema sociale

Interviene Scl Cgil: «Problema sociale, via un servizio essenziale». Argomento sul tavolo del consiglio regionale

Gli uffici postali di corso Risorgimento 369 a Vignale e di via Maestra 79 al Torrion Quartara chiuderanno definitivamente. Poste Italiane fa sapere che in conformità ai provvedimenti adottati dall’Agcom, ha predisposto un piano di riorganizzazione della rete postale che tiene conto dalle mutate abitudini dei cittadini ogni giorno più orientati all’uso dei propri prodotti e servizi online.

In Piemonte in questo momento sono otto gli uffici postali interessati dalle chiusure: oltre ai due di Novara, altri cinque a Torino città.

Sulla situazione novarese, l’ufficio stampa di Poste Italiane fa sapere a La Voce che «il personale attualmente impiegato negli uffici interessati dalle future chiusure sarà ricollocato presso altre sedi, nel pieno rispetto delle condizioni previste dal contratto di lavoro e dalla normativa vigente» ma dice anche che «negli ultimi anni non solo Poste Italiane non ha chiuso uffici postali, ma ha mantenuto aperti gli uffici soprattutto nei piccoli comuni in totale controtendenza rispetto al mercato. Attraverso il servizio Polis ha garantito la riqualificazione delle piccole sedi e l’apertura di sportelli dedicati ai servizi della pubblica amministrazione (certificati previdenziali, anagrafici, giudiziari e presto anche i passaporti e le carte di identità elettroniche). Nelle grandi città attraverso la rete Lis (tabaccai, edicole) ha inoltre ingrandito la propria rete per l’accesso ai servizi».

In particolare, per quanto riguarda Vignale e il Torrione, Poste Italiane specifica che «è presente un punto Lis a meno di un chilometro da entrambi gli uffici».

Nei giorni scorsi Scl Cgil Piemonte ha espresso preoccupazione e organizzato un sit in in piazza a Torino. «È un problema sociale, non solo per i lavoratori che saranno ricollocati in altri uffici, ma anche per i cittadini che si vedono privati di un servizio essenziali – afferma il segretario di Scl Piemonte Novara e Vco, Luca Bartolini -. Questo è un campanello d’allarme di una situazione più ampia di smantellamento: si iniziano a veder i primi di segnali del processo di privatizzazione dell’azienda. Chiediamo alla Regione di vigilare affinché vengano impiegate le risorse adeguate, in modo che Poste italiane mantenga la vocazione di servizio essenziale».

L’argomento è, infatti, finito sul tavolo del consiglio regionale di ieri, 29 ottobre. Rispondendo a due interrogazioni presentate dai gruppi di Pd e M5S, l’assessore con delega agli Enti locali, Enrico Bussalino, ha affermato che «la Regione non può intervenire direttamente sulle decisioni intraprese da Poste Italiane in merito all’annuncio di chiusura degli uffici postali perché non è materia di nostra competenza tuttavia è nostra intenzione aprire un dialogo con Poste Italiane e per questo chiederemo un tavolo di confronto al quale possano partecipare anche gli enti locali coinvolti con l’obiettivo di conoscere con maggiore approfondimento le motivazioni alla base di questa scelta».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Chiudono gli uffici postali di Vignale e Torrion Quartara. Azienda: «Piano di riorganizzazione», per i sindacati problema sociale

Interviene Scl Cgil: «Problema sociale, via un servizio essenziale». Argomento sul tavolo del consiglio regionale

Gli uffici postali di corso Risorgimento 369 a Vignale e di via Maestra 79 al Torrion Quartara chiuderanno definitivamente. Poste Italiane fa sapere che in conformità ai provvedimenti adottati dall’Agcom, ha predisposto un piano di riorganizzazione della rete postale che tiene conto dalle mutate abitudini dei cittadini ogni giorno più orientati all’uso dei propri prodotti e servizi online.

In Piemonte in questo momento sono otto gli uffici postali interessati dalle chiusure: oltre ai due di Novara, altri cinque a Torino città.

Sulla situazione novarese, l'ufficio stampa di Poste Italiane fa sapere a La Voce che «il personale attualmente impiegato negli uffici interessati dalle future chiusure sarà ricollocato presso altre sedi, nel pieno rispetto delle condizioni previste dal contratto di lavoro e dalla normativa vigente» ma dice anche che «negli ultimi anni non solo Poste Italiane non ha chiuso uffici postali, ma ha mantenuto aperti gli uffici soprattutto nei piccoli comuni in totale controtendenza rispetto al mercato. Attraverso il servizio Polis ha garantito la riqualificazione delle piccole sedi e l’apertura di sportelli dedicati ai servizi della pubblica amministrazione (certificati previdenziali, anagrafici, giudiziari e presto anche i passaporti e le carte di identità elettroniche). Nelle grandi città attraverso la rete Lis (tabaccai, edicole) ha inoltre ingrandito la propria rete per l’accesso ai servizi».

In particolare, per quanto riguarda Vignale e il Torrione, Poste Italiane specifica che «è presente un punto Lis a meno di un chilometro da entrambi gli uffici».

Nei giorni scorsi Scl Cgil Piemonte ha espresso preoccupazione e organizzato un sit in in piazza a Torino. «È un problema sociale, non solo per i lavoratori che saranno ricollocati in altri uffici, ma anche per i cittadini che si vedono privati di un servizio essenziali - afferma il segretario di Scl Piemonte Novara e Vco, Luca Bartolini -. Questo è un campanello d'allarme di una situazione più ampia di smantellamento: si iniziano a veder i primi di segnali del processo di privatizzazione dell'azienda. Chiediamo alla Regione di vigilare affinché vengano impiegate le risorse adeguate, in modo che Poste italiane mantenga la vocazione di servizio essenziale».

L'argomento è, infatti, finito sul tavolo del consiglio regionale di ieri, 29 ottobre. Rispondendo a due interrogazioni presentate dai gruppi di Pd e M5S, l'assessore con delega agli Enti locali, Enrico Bussalino, ha affermato che «la Regione non può intervenire direttamente sulle decisioni intraprese da Poste Italiane in merito all’annuncio di chiusura degli uffici postali perché non è materia di nostra competenza tuttavia è nostra intenzione aprire un dialogo con Poste Italiane e per questo chiederemo un tavolo di confronto al quale possano partecipare anche gli enti locali coinvolti con l’obiettivo di conoscere con maggiore approfondimento le motivazioni alla base di questa scelta».

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