Mentre rientra a casa col nuovo compagno scorge da lontano l’auto guidata dall’ex, che inizia a dare fastidio alla coppia, inseguendola, frenando, accelerando. Poi, sotto casa, gli insulti e l’aggressione: «Mi hanno presa a calci», racconta lei. L’aggressione ci era andato pesante, tant’è che la ragazza era dovuta andare in ospedale per farsi medicare. Un’aggressione brutale quella avvenuta parecchi anni fa, il 29 novembre 2015, in un rione popolare di Novara: vi erano rimaste coinvolte le famiglie di una coppia di ex fidanzati, vicini di casa, già in lite da tempo. Ad avere la peggio una giovane donna, che aveva rimediato ferite a viso, naso, ginocchio. A dire dei testimoni era comparso pure un coltello, tuttavia mai trovato.
Per quel fatto, ormai quasi prossimo alla prescrizione visto il tempo trascorso, l’ex compagno della vittima, il quarantacinquenne L.T., già noto alle forze dell’ordine, è stato condannato a 5 anni e 3 mesi di reclusione. Era a processo per lesioni personali aggravate. Hanno rimediato 4 anni e 9 mesi di reclusione il fratello V.T. e 2 anni la madre P.G., intervenuti anche loro nella violenta discussione. Il tribunale ha valutato l’accaduto più severamente del pm, che aveva chiesto pene da un anno a un anno e mezzo di reclusione. E ha anche stabilito una provvisionale di 15 mila euro come anticipo del risarcimento del danno per la donna, costituita parte civile: aveva avuto una prognosi superiore a 40 giorni. I difensori degli imputati avevano chiesto invece l’assoluzione sostenendo che il racconto dell’episodio fosse molto confuso e che non ci fossero prove concrete di un’aggressione, a loro modo di vedere costruita dopo a tavolino dopo la lite. Sarà certamente proposto appello.