Fondazione Novara Sviluppo contro la Provincia, rivendica autonomia: «Vincolo di mandato illegittimo»

Braccio di ferro sulla modalità di nomina del nuovo presidente. Il CdA ha impugnato l'atto al punto 3 firmato da Binatti. La Fondazione annuncia intervento di Anac e Corte dei Conti. Paladini scrive al prefetto

Aveva ragione Sara Paladini. Nel consiglio provinciale di giovedì 7 novembre, la capogruppo di minoranza aveva sollevato dei dubbi riguardo al «vincolo di mandato» connesso alla nomina del nuovo presidente di Fondazione Novara Sviluppo, Edoardo Miccichè, firmata dal presidente della Provincia, Federico Binatti. Per intenderci: la nomina che ha scatenato le polemiche di “parentopoli” e che Miccihè ha accettato.

Tempo 24 ore ed è arrivata la presa di posizione del CdA di Fondazione Novara Sviluppo – da tre anni sotto la guida della vice presidente, l’architetto Simona Pruno – che impugna l’atto rivendicando la propria indipendenza da Palazzo Natta.

«Nonostante Fondazione Novara Sviluppo abbia già fatto presente più volte e in tutte le sedi di essere ente autonomo e indipendente, ancora una volta la Provincia di Novara, nella persona del suo presidente, ha adottato un provvedimento in cui, in violazione di tale principio, al punto 3 si dispone di “attendere, in un tempo ragionevole, che il presidente nominato agisca per condurre il CdA della Fondazione all’adozione di un nuovo statuto volto a ottenere un nuovo modello di governance» specificando che «Fondazione Novara Sviluppo, nel manifestare nuovamente (come già fatto in precedenza) la propria sorpresa, ha deciso di impugnare l’atto limitatamente al punto 3 per violazione e contrasto allo statuto che vieta il vincolo di mandato» in quanto «qualunque modifica statutaria è di esclusiva competenza della Fondazione attraverso il suo consiglio d’amministrazione e non in capo alla Provincia che si deve limitare a esprimere un parere».

Una presa di posizione netta, quella della CdA della Fondazione, adottata all’unanimità, contro l’atto di nomina firmato da Binatti; lo stesso aveva specificato: «Un curriculum dal quale emergono competenze che sono, tra l’altro, particolarmente funzionali agli obiettivi che il gruppo di maggioranza in Provincia “Identità e Territorio” si pone per quanto riguarda la necessità di dotare la Fondazione di un nuovo statuto e di una nuova governance».

E cioè che il nuovo presidente agisca affinchè venga ridotta la durata del mandato del CdA, attualmente di sette anni, e la permanenza di due dei cinque consiglieri previsti anche nel mandato successivo. Questo, però, in totale contrasto con quanto previsto all’ultimo punto dell’articolo 7 dello statuto stesso: «I componenti del Consiglio di amministrazione individuati dal Fondatore (la Provincia, ndr) non rappresentano il medesimo né agiscono sotto vincolo di mandato».

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La Fondazione sottolinea anche che «il ruolo della Provincia si esaurisce con la nomina dei consiglieri e che comunque l’attuale statuto ha scontato il parere favorevole della stessa Provincia e l’approvazione della Regione Piemonte».

E annuncia: «Qualora il predetto provvedimento non venisse ritirato, la Fondazione si riserva di trasmettere il provvedimento in questione all’ANAC e alla competente Procura della Corte dei conti».

Lo statuto in vigore era stato voluto nel 2012 dall’allora presidente della Provincia Diego Sozzani e molto criticato dalle forze di opposizione.

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«È successo esattamente quello che è emerso giovedì in consiglio provinciale – replica Paladini -. Dopo la nota della Fondazione, ho chiesto la convocazione di una riunione di capigruppo e di un seduta straordinaria di consiglio provinciale alla presenza da Miccichè e dei membri del CdA della Fondazione: considerato il fatto che Miccihè ha accettato la nomina, ma non può avere vincoli di mandato, deve per forza rinunciare all’incarico. Contestualmente ho inviato una pec al prefetto con la documentazione allegata: chiedo, infatti, il suo intervento su un atto palesemente illegittimo. Dopodichè vorrò anche verificare quale sia stata l’attività della Fondazione in questi anni: è chiaro che Binatti non ha alcun rapporto con l’ente».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Braccio di ferro sulla modalità di nomina del nuovo presidente. Il CdA ha impugnato l’atto al punto 3 firmato da Binatti. La Fondazione annuncia intervento di Anac e Corte dei Conti. Paladini scrive al prefetto

Aveva ragione Sara Paladini. Nel consiglio provinciale di giovedì 7 novembre, la capogruppo di minoranza aveva sollevato dei dubbi riguardo al «vincolo di mandato» connesso alla nomina del nuovo presidente di Fondazione Novara Sviluppo, Edoardo Miccichè, firmata dal presidente della Provincia, Federico Binatti. Per intenderci: la nomina che ha scatenato le polemiche di "parentopoli" e che Miccihè ha accettato.

Tempo 24 ore ed è arrivata la presa di posizione del CdA di Fondazione Novara Sviluppo - da tre anni sotto la guida della vice presidente, l'architetto Simona Pruno - che impugna l'atto rivendicando la propria indipendenza da Palazzo Natta.

«Nonostante Fondazione Novara Sviluppo abbia già fatto presente più volte e in tutte le sedi di essere ente autonomo e indipendente, ancora una volta la Provincia di Novara, nella persona del suo presidente, ha adottato un provvedimento in cui, in violazione di tale principio, al punto 3 si dispone di “attendere, in un tempo ragionevole, che il presidente nominato agisca per condurre il CdA della Fondazione all’adozione di un nuovo statuto volto a ottenere un nuovo modello di governance» specificando che «Fondazione Novara Sviluppo, nel manifestare nuovamente (come già fatto in precedenza) la propria sorpresa, ha deciso di impugnare l’atto limitatamente al punto 3 per violazione e contrasto allo statuto che vieta il vincolo di mandato» in quanto «qualunque modifica statutaria è di esclusiva competenza della Fondazione attraverso il suo consiglio d’amministrazione e non in capo alla Provincia che si deve limitare a esprimere un parere».

Una presa di posizione netta, quella della CdA della Fondazione, adottata all'unanimità, contro l'atto di nomina firmato da Binatti; lo stesso aveva specificato: «Un curriculum dal quale emergono competenze che sono, tra l’altro, particolarmente funzionali agli obiettivi che il gruppo di maggioranza in Provincia “Identità e Territorio” si pone per quanto riguarda la necessità di dotare la Fondazione di un nuovo statuto e di una nuova governance».

E cioè che il nuovo presidente agisca affinchè venga ridotta la durata del mandato del CdA, attualmente di sette anni, e la permanenza di due dei cinque consiglieri previsti anche nel mandato successivo. Questo, però, in totale contrasto con quanto previsto all'ultimo punto dell'articolo 7 dello statuto stesso: «I componenti del Consiglio di amministrazione individuati dal Fondatore (la Provincia, ndr) non rappresentano il medesimo né agiscono sotto vincolo di mandato».

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La Fondazione sottolinea anche che «il ruolo della Provincia si esaurisce con la nomina dei consiglieri e che comunque l’attuale statuto ha scontato il parere favorevole della stessa Provincia e l’approvazione della Regione Piemonte».

E annuncia: «Qualora il predetto provvedimento non venisse ritirato, la Fondazione si riserva di trasmettere il provvedimento in questione all’ANAC e alla competente Procura della Corte dei conti».

Lo statuto in vigore era stato voluto nel 2012 dall'allora presidente della Provincia Diego Sozzani e molto criticato dalle forze di opposizione.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore