La procura distrettuale di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio di Paolo Pugliese, imprenditore trecatese, già patron della Pro Novara, accusato di traffico illecito di rifiuti. Rischiano il processo anche la moglie e altri quattro indagati dell’inchiesta su un presunto commercio non autorizzato di metalli e di batterie esauste al piombo, da cui si sarebbero ricavati metalli valorizzati e appetibili sul mercato; sono per lo più dei prestanome residenti fra Trecate e Cerano. Ieri, lunedì 1 novembre, all’avvio dell’udienza preliminare a Torino, competente per il tipo di reato, il Comune di Trecate si è costituito parte civile; per la decisione sul rinvio a giudizio bisogna attendere metà dicembre.
In primavera, dopo la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini, la coppia trecatese era stata interrogata in procura, dove aveva nuovamente respinto di addebiti sottolineando in particolare come la loro principale società fosse nata dopo la maggioranza dei fatti contestati. Pugliese e moglie gestivano una serie di capannoni in città, dove, secondo quanto emerso durante l’operazione «Dark Metal» condotta dai carabinieri forestali, avrebbero operato illecitamente, senza autorizzazioni ad hoc, nel commercio dei rifiuti.
Per gli inquirenti l’imprenditore è il capo dell’organizzazione dedita al traffico illecito, colui che la gestiva e la dirigeva sul campo, determinando l’indirizzo strategico, dando gli incarichi, fissando i prezzi, e concludendo gli affari; la moglie avrebbe operato invece come braccio destro. I rifiuti illecitamente gestiti, nel periodo monitorato dalle forze dell’ordine, fra il febbraio 2019 e l’aprile del 2022, sono stati stimati in circa 6 mila tonnellate.
Di recente Pugliese è stato assolto in Appello dall’accusa di bancarotta fraudolenta del Vigevano Calcio, da lui rilevato all’inizio del 2012: secondo i giudici di secondo grado, che hanno ribaltato la condanna inflitta in primo grado a Pavia, non può essere considerato «responsabile di fatto» della società.