Una nuova aggressione al pronto soccorso, questa volta dell’ospedale di Borgomanero, che giunge all’indomani di quella avvenuta a Novara. Questa volta la vittima è stata una dottoressa assalita da un paziente psichiatrico il quale l’ha colpita con una bottiglia, fortunatamente di plastica. Il medico ha riportato ferite guaribili in ventri giorni.
L’Asl fa sapere che «per prevenire e contrastare questi fenomeni, nel 2023 sono stati dei lavori per rendere più sicura l’area di triage del pronto soccorso: la zona è stata chiusa e l’accesso avviene solo premendo un pulsante che consente all’Infermiere di triage di aprire le porte. Sono poi state installate telecamere di video sorveglianza ed è presente un pulsante di allarme collegato al servizio di vigilanza che viene azionato dall’operatore in caso di pericolo».
A partire dale 20217, inoltre, l’Asl ha attivato un sistema informatizzato di raccolta di segnalazioni interne che consente al dipendente di inviare (anche in modo anonimo) una segnalazione di violenza all’Unità Gestione Rischio. Questo sistema consente di misurare il fenomeno, analizzarlo ed individuare le eventuali azioni di miglioramento. Complessivamente nel 2023, attraverso le segnalazioni spontanee degli operatori, nell’Asl Novara sono stati segnalati 102 episodi di violenza, circa uno ogni 2 giorni, di cui il 93% verbale; nel 2024 al mese di ottobre le segnalazioni sono state 60 di cui 56 verbali e 4 fisiche.
«Ormai è un bollettino di guerra – affermano i vertici di Fp Cgil Novara Vco -. Cosa deve accadere ancora prima che si affronti seriamente il problema? Quante aggressioni avverranno nel frattempo? Chiediamo con urgenza che si apra un tavolo di confronto con le direzioni dell’Asl e dell’spedale Maggiore al fine di
avere risposte certe e definire azioni concrete a tutela delle colleghe e dei colleghi giornalmente esposti
ad un rischio, la cui probabilità che accada è ormai diventata certezza. L’implementazione dei servizi di sicurezza nei presidi più sensibili, insieme all’aumento degli organici dei professionisti sanitari operanti all’interno degli stessi, sono attese ormai non più procrastinabili».