Ascolto una trasmissione radio in cui si commenta la classifica de Il Gambero Rosso sulle migliori pizze surgelate in vendita nei supermercati. Leggetela: un po’ è scontata ma certo interessante ed utile. I tre dj affermano che sono pizze buone “come quelle delle pizzerie”. Poi sfumano.
Io credo che alcune pizze surgelate, se ben scaldate, siano meglio di certe pizze da pizzeria. Ma certo sono storie diverse. E anche occasioni diverse.
Qualche giorno fa, dopo una riunione per i mercatini di Natale a Meina targato Slow Food (l’8 dicembre segnatevi l’appuntamento), avevamo bisogno di uno spazio per discutere alcuni particolari: una casa era però occupata da un gatto desideroso di affetto e un’altra piena di carte e di libri. Si è optato per una pizzeria, buona, di San Maurizio d’Opaglio.
Lì, dopo le pizze e il vino, abbiamo definito alcune cose. Ma ora penso: ma quante volte si va al ristorante o in pizzeria per stare insieme, per lavoro, per amicizia, per indisponibilità di case? Tante volte. Sì, certo, la pizza deve essere buona. Ma potrebbe essere anche peggio delle migliori pizze surgelate. Non è per quello che si va, quella sera, quel mezzogiorno, al ristorante, in pizzeria.