Alberi interni al perimetro della giostra, che invece in planimetria erano al di fuori visto che l’attrazione era stata disegnata con un ingombro minore. E poi una velocità elevatissima, certamente maggiore agli 8 giri al minuti previsti dal manuale, il cosiddetto log book. Sono questi i particolari su cui ieri pomeriggio si sono soffermati i testimoni al processo per la morte di Ludovica Visciglia: è la quindicenne di Trecate che ha perso la vita in piazza a Galliate la sera del 12 marzo 2022 picchiando la testa contro i rami di quegli alberi troppo vicini al Tagadà comparso per la prima volta al Luna Park di San Giuseppe. In aula sfilano i carabinieri che hanno effettuato i primi sopralluoghi e i primi rilievi, partendo da una anomalia segnalata dal personale dello Spresal: il montaggio in un’area in cui erano presenti degli alberi, con tronchi tagliati neanche tanto tempo prima. I militari ribadiscono quanto peraltro emerso in più occasioni durante le indagini: il Tagadà non poteva stare nello spazio in cui è stato montato.
Fanno riferimento anche ai documenti della giostra e alle autorizzazioni: salta all’occhio che il Luna Park era stato aperto con un permesso provvisorio, perché la Commissione comunale avrebbe fatto un sopralluogo il lunedì successivo alla tragedia, in previsione dell’inaugurazione ufficiale della manifestazione. Ma per non perdere il sabato e la domenica era consuetudine un permesso temporaneo.
Sotto accusa, per omicidio colposo, ci sono il proprietario della giostra Luca Ferri, l’ex sindaco di Galliate Claudiano Di Caprio, il comandante della polizia locale Angelo Falcone, e l’ingegnere biellese Graziano Minero, che aveva effettuato dei collaudi: respingono gli addebiti e contro di loro sono costituiti parte civile i famigliari della vittima.
In aula si parla anche del video di quei momenti. L’hanno fatto al cellulare alcuni ragazzi che volevano immortalare gli ultimi giri velocissimi della giostra. Non si vede il momento preciso dell’impatto, non è visibile la dinamica, essendoci anche dei ragazzi in piedi che coprono Ludovica, ma si nota la ragazza che si siede e che, dopo alcuni giri, si accascia a terra. Lo stesso conducente dell’attrazione, al microfono, avvisa sugli ultimi giri particolarmente veloci.
Quella di ieri è la seconda udienza testimoniale del processo per la morte di Ludovica. A luglio, prima dell’estate, avevano parlato i soccorritori e gli agenti della municipale, i primi a essere intervenuti negli istanti del dramma. Sono stati riassunti momenti di concitazione e panico, con grida di disperazione, e gruppo di persone e curiosi assiepati attorno alla giostra. Altri testimoni, e fra loro anche una ragazza minorenne che il pomeriggio dello stato giorno era rimasta ferita a un braccio durante un giro sul Tagadà, saranno ascoltati nelle prossime udienze.