Poste a Vignale e Torrione: giù le serrande dal 16 dicembre. Proposte del Comune, critiche dall’opposizione

Una chiusura annunciata. Dopo l'incontro in Regione, si attendono le risposte dell'azienda. La minoranza punta il dito contro l'amministrazione comunale

Il prossimo 16 dicembre gli uffici postali di Vignale e del Torrion Quartara chiuderanno definitivamente. Una decisione già annunciata nelle scorse settimane nell’ambito del piano di razionalizzazione di Poste Italiane, che sta suscitando crescenti preoccupazioni, soprattutto tra gli anziani e le fasce più fragili della popolazione.

Per affrontare la questione, nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra Regione Piemonte, Poste Italiane e i rappresentanti dei Comuni di Novara e Torino. La riunione è stata convocata dall’assessore regionale Enrico Bussalino, che aveva inviato una lettera ufficiale a Poste chiedendo un confronto diretto sulle motivazioni delle chiusure.

Gli uffici di Novara non sono gli unici a essere interessati: il piano coinvolge anche la chiusura di tre uffici postali a Torino, generando proteste a livello locale e regionale.

Durante l’incontro, l’assessora novarese Maria Cristina Stangalini ha avanzato alcune proposte per mitigare l’impatto delle chiusure. Tra queste «l’istallazione di Postamat nei quartieri di Vignale e Torrion Quartara, oltre a quelli già previsti per Lumellogno e San Rocco; ho anche chiesto di fare un ragionamento sulla Cittadella e sulla Rizzottaglia. Stiamo valutando la sistemazione di locker automatici per il ritiro dei pacchi: sono già in corso contatti con gli esercizi commerciali dei quartieri interessati per verificare la disponibilità. Loro hanno proposto di ampliare anche a Novara il servizio di postino a domicilio, che permetterebbe, su prenotazione, di usufruire di tutti i servizi di sportello direttamente da casa».

Stangalini ha inoltre richiesto un incontro urgente tra i responsabili di Poste e il sindaco di Novara per definire una convenzione che possa ridurre i disagi per i cittadini.

La chiusura degli uffici ha scatenato dure critiche da parte dell’opposizione. La consigliera comunale del Pd Cinzia Spilinga che sull’argomento aveva presentato una mozione. Ora punta il dito contro «l’amministrazione novarese che non è stata in grado di farsi ascoltare per impedire una scelta che comporta innegabilmente una riduzione dei servizi e disagi alla popolazione, soprattutto per le fasce più fragili. I cittadini novaresi meritano più rispetto» annunciando la presentazione di un’interrogazione.

Anche il consigliere regionale Domenico Rossi accusa la giunta guidata da Alberto Cirio di abbandonare le periferie: «Gli uffici postali decentrati rappresentano un presidio strategico, offrendo servizi essenziali a una popolazione che spesso non ha accesso al digitale. L’amministrazione comunale di Torino ha valutato di procedere con il ricorso al Tar. Per quale motivo Novara non ha scelto lo stesso percorso a tutela dei novaresi?».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Poste a Vignale e Torrione: giù le serrande dal 16 dicembre. Proposte del Comune, critiche dall’opposizione

Una chiusura annunciata. Dopo l’incontro in Regione, si attendono le risposte dell’azienda. La minoranza punta il dito contro l’amministrazione comunale

Il prossimo 16 dicembre gli uffici postali di Vignale e del Torrion Quartara chiuderanno definitivamente. Una decisione già annunciata nelle scorse settimane nell’ambito del piano di razionalizzazione di Poste Italiane, che sta suscitando crescenti preoccupazioni, soprattutto tra gli anziani e le fasce più fragili della popolazione.

Per affrontare la questione, nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra Regione Piemonte, Poste Italiane e i rappresentanti dei Comuni di Novara e Torino. La riunione è stata convocata dall’assessore regionale Enrico Bussalino, che aveva inviato una lettera ufficiale a Poste chiedendo un confronto diretto sulle motivazioni delle chiusure.

Gli uffici di Novara non sono gli unici a essere interessati: il piano coinvolge anche la chiusura di tre uffici postali a Torino, generando proteste a livello locale e regionale.

Durante l’incontro, l’assessora novarese Maria Cristina Stangalini ha avanzato alcune proposte per mitigare l’impatto delle chiusure. Tra queste «l’istallazione di Postamat nei quartieri di Vignale e Torrion Quartara, oltre a quelli già previsti per Lumellogno e San Rocco; ho anche chiesto di fare un ragionamento sulla Cittadella e sulla Rizzottaglia. Stiamo valutando la sistemazione di locker automatici per il ritiro dei pacchi: sono già in corso contatti con gli esercizi commerciali dei quartieri interessati per verificare la disponibilità. Loro hanno proposto di ampliare anche a Novara il servizio di postino a domicilio, che permetterebbe, su prenotazione, di usufruire di tutti i servizi di sportello direttamente da casa».

Stangalini ha inoltre richiesto un incontro urgente tra i responsabili di Poste e il sindaco di Novara per definire una convenzione che possa ridurre i disagi per i cittadini.

La chiusura degli uffici ha scatenato dure critiche da parte dell’opposizione. La consigliera comunale del Pd Cinzia Spilinga che sull’argomento aveva presentato una mozione. Ora punta il dito contro «l’amministrazione novarese che non è stata in grado di farsi ascoltare per impedire una scelta che comporta innegabilmente una riduzione dei servizi e disagi alla popolazione, soprattutto per le fasce più fragili. I cittadini novaresi meritano più rispetto» annunciando la presentazione di un’interrogazione.

Anche il consigliere regionale Domenico Rossi accusa la giunta guidata da Alberto Cirio di abbandonare le periferie: «Gli uffici postali decentrati rappresentano un presidio strategico, offrendo servizi essenziali a una popolazione che spesso non ha accesso al digitale. L’amministrazione comunale di Torino ha valutato di procedere con il ricorso al Tar. Per quale motivo Novara non ha scelto lo stesso percorso a tutela dei novaresi?».

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