Cerca di raggirare un pensionato ultraottantenne, facendogli prelevare in banca 4 mila euro. Una volta scoperta, in tribunale chiede la «messa alla prova» ai lavori utili. Ma il giudice le ha detto «no», perché si tratta di un fatto grave e la donna ha precedenti simili commessi sempre ai danni di anziani.
Quindi D.B., 32 anni, abitante al campo nomadi di via Case Sparse a Novara, ha scelto l’abbreviato ed è stata condannata a 5 mesi e 10 giorni di reclusione per tentata truffa. Il pm aveva chiesto 6 mesi, mentre la difesa l’assoluzione, visto che l’imputata aveva negato gli addebiti dicendo che conosceva il pensionato e si era solo offerta di dargli un passaggio in banca, senza sapere i motivi per cui vi si stava recando, e rifiutando anche 10 euro che l’uomo voleva darle per la benzina Ha comunque offerto un risarcimento all’anziano.
Il tentativo di truffa è stato smascherato dalla polizia lo scorso 23 febbraio. L’allarme era scattato dopo che una dipendente di un istituto di credito cittadino aveva chiamato il 112: si era insospettita nel trovarsi di fronte un correntista di 86 anni che, in compagnia di una donna sconosciuta, le chiedeva di prelevare dal proprio conto corrente la somma di 4 mila euro.
Sul posto erano così intervenute due Volanti: mentre un equipaggio era entrato in banca, un secondo era rimasto in strada dove aveva notato un’Audi con a bordo proprio la donna che corrispondeva alla descrizione fatta dalla dipendente del sito. La truffatrice era stata accompagnata in questura per l’identificazione e gli accertamenti di rito.
Intanto, all’interno della banca era arrivata anche la moglie della vittima, che aveva spiegato agli agenti come il marito negli ultimi tempi avesse già versato alcune piccole somme di denaro, forse a quella stessa donna. L’anziano appariva in stato confusionale. E’ emerso che la 32enne gli aveva raccontato come entrambi fossero stati denunciati; prendendolo in contropiede e approfittando dell’età, aveva suscitato un falso allarme spiegando al pensionato che entrambi rischiavano di essere arrestati. Infine, con la scusa di dover pagare un avvocato per evitare guai, aveva chiesto al malcapitato la somma di 4 mila euro, offrendosi di accompagnarlo a prelevare.
