La sanità territoriale del Piemonte si prepara a una riorganizzazione significativa con l’introduzione delle Aggregazioni funzionali territoriali (AFT). L’iniziativa, promossa dall’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, punta a migliorare l’accesso alle cure di base e la collaborazione tra i medici, ma, secondo quando riportato all’assessore in un’intervista al Corriere della Sera, i tempi per l’attuazione sono strettissimi: il 31 dicembre è il termine fissato per l’attivazione delle nuove strutture da parte delle Asl.
La strada verso la nuova riorganizzazione non è priva di ostacoli. Il direttore generale dell’Asl Novara, Angelo Penna, ha ricordato come a maggio fosse stato «raggiunto un accordo con i sindacati dei medici. Tuttavia, poco dopo, la Regione aveva comunicato di non darne attivazione, lasciando le Asl in una fase di stallo fino al 20 novembre, quando è stato richiesto di presentare una proposta operativa entro il 7 dicembre. Abbiamo inviato la nostra, in accordo con i medici di medicina generale, il 4 e ora siamo in attesa della risposta regionale».
La soluzione proposta dall’Asl Novara mira a fronteggiare la carenza di medici di base, che nel territorio è diventata una vera emergenza: se dieci anni fa si contavano 260 medici convenzionati, oggi il numero è sceso a 190.
Secondo quanto spiega Penna «le AFT saranno gruppi organizzati di 15-20 medici di base, ciascuno dei quali avrà il compito di assistere una popolazione di circa 20.000-30.000 abitanti. A Novara, per esempio, sono previste 12 AFT distribuite su tutto il territorio: 3 in città e 6 nei distretto nord e 3 al sud. Alcune di queste unità saranno integrate nelle Case di comunità (strutture che ospitano vari servizi sanitari e che sono considerate un elemento chiave della riforma, ndr). Tuttavia, su nove Case di Comunità previste nel territorio novarese, solo nove sono già state realizzate».
Il nuovo modello non si limita a coinvolgere solo i medici di base: anche i medici della continuità assistenziale (ex guardia medica) saranno integrati, garantendo copertura oraria ampliata e una retribuzione aggiuntiva per le ore supplementari. «Le AFT – conclude Penna – saranno supportate da infrastrutture tele-informatiche avanzate, permettendo ai medici di accedere e condividere in tempo reale le informazioni sui pazienti, migliorando così la continuità delle cure».