Corruzione aggravata, turbativa d’asta e truffa aggravata ai danni dello Stato: sono questi i reati per cui la Procura di Novara ha mandato l’avviso di conclusione delle indagini, fra gli altri, al novarese A.M., 52enne residente a San Pietro Mosezzo, funzionario di Enel e responsabile dell’Unità centrale gestione materiale di E-Distribuzione.
Si tratta di un’inchiesta seguita dalla Guardia di Finanza e dall’autorità giudiziaria di Brescia, che poi ha girato una tranche a Novara per competenza territoriale: riguarda un presunto sistema di tangenti orchestrato, secondo gli inquirenti, dalla Valcart, azienda di Rogno, paese al confine tra Bergamo e Brescia, operante nel settore dei rifiuti. L’azienda avrebbe versato un compenso fisso di 5mila euro mensili al dipendente Enel (società estranea ai fatti) per ottenere informazioni riservate sugli appalti pubblici, assicurandosi così un vantaggio sui concorrenti.
La denuncia del cosiddetto «sistema Valcart» era stata presentata nel 2021 da un ignoto, che aveva fatto un esposto segnalando i suoi sospetti e facendo scattare le verifiche, producendo anche un video che mostrava lo scambio di una busta. Secondo quanto veniva denunciato, non si sarebbe trattato di un accordo occasionale, avendo di fatto A.M. il potere di valutare le offerte, anche riservate, delle ditte concorrenti nelle gare d’appalto.
Le intercettazioni e le indagini tecniche, anche sui cellulari, avrebbero mostrato numerosi contatti fra i due, e «agganci» del telefonino dell’imprenditore amico favorito alle celle novaresi almeno una volta al mese. Sono stati immortalati almeno altri quattro incontri a San Pietro Mosezzo, tutti nei pressi di un parcheggio vicino al casello dell’A4.
L’avviso di chiusura delle indagini, oltre al novarese, è arrivato all’imprenditore di Brescia e a due suoi collaboratori.