I giudici della Corte d’Appello di Torino hanno ridotto di 3 anni e mezzo la condanna per l’omicidio stradale di Adil Belakhdim, il sindacalista 37enne travolto e ucciso da un camion a Biandrate il 18 giugno 2021 durante una manifestazione di protesta dei lavoratori davanti ai magazzini della Lidl.
In primo grado a Novara, nel maggio dello scorso anno, il giovane camionista Alessio Spaziano, che quella mattina forzò il blocco dei lavoratori investendo il coordinatore provinciale del Si Cobas, aveva rimediato in abbreviato 7 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione. Ieri (mercoledì) a Torino la condanna è stata ridotta a 4 anni, con il riconoscimento dell’attenuante del concorso di colpa della vittima manifestante.
Anche davanti al palazzo di giustizia del capoluogo regionale si sono radunati alcuni colleghi del sindacato Sì Cobas, che hanno sempre sostenuto come si trattasse di un incidente doloso.
Ma le indagini, fin dal principio, non hanno lasciato ombre di dubbio: il mortale era stato determinato da negligenza e colpa grave alla guida. Al processo erano parti civili quattro parenti di Adil, genitori, sorella e fratello. La moglie di Belakhdim, Lucia Marzocca, e i due figli oggi di 6 e 8 anni che al momento della morte del padre si trovavano in Marocco, hanno invece intentato la causa civile. Il difensore di Spaziano aveva chiesto l’assoluzione per mancanza di prove di un comportamento negligente.
Il giorno della tragedia, così è stato ricostruito al termine delle indagini dei carabinieri, il camionista aveva oltrepassato il blocco dei lavoratori che manifestavano e, nella manovra, aveva travolto il sindacalista, trascinandolo per alcuni metri. Poi, in presa al panico e per paura del linciaggio, era scappato. Solo ad alcuni chilometri di distanza, in prossimità del casello autostradale di Novara Ovest, si era fermato, aveva chiamato il 112 e si era costituito. Inizialmente ha trascorso un breve periodo ai domiciliari e poi qualche mese all’obbligo di dimora in Campania, regione in cui abita.