Natale è una festa molto importante, la più importante dell’anno. Per i credenti, nasce Gesù Cristo, addirittura Dio incarnato in un uomo, anzi un bambino. Una festa che ha superato nella coscienza dei fedeli la Pasqua, celebrazione addirittura della morte tragica del figlio di Dio e della sua Resurrezione, che dovrebbe essere ancora più importante. Ma del resto inizia tutto da lì: gli anni della nostra storia si cominciano a contare dal Natale e non dalla Pasqua. 

Il Natale poi non richiede in verità tutta la fede della Pasqua: credere che Dio viene messo in croce e muore e poi risorge è molto difficile, credere invece che la nascita di un bimbo possa portare la salvezza sembra più possibile o comunque un mistero più umano, più a nostra misura anche se lo stesso trascendente. 

Alla fine anche i laici o i lontani dalla Chiesa si adeguano al celebrarlo; fraternità, pace, bontà, famiglia sono valori uguali e buoni per tutti, poi ora ognuno di questi ha guadagnato anche una o più giornate mondiali dedicate nell’anno ma il Natale le contiene un po’ tutte. 

La tradizione di regalare e scambiarsi dei doni a Natale ha rafforzato il Natale insieme a quella di mangiare un po’ meglio e va benissimo regalarsi e regalare qualcosa per noi, ma va anche bene per i commercianti, i supermercati, Amazon e le industrie sempre preoccupati ogni Natale di vendere quanto il Natale prima anzi di più, sempre di più.

Tutto bene dunque il Natale, se non fosse che ormai c’è troppo Natale: troppe luminarie e tutte in una volta, troppi viaggi, troppe spese, troppi mercatini natalizi e poi troppe cene, troppo, troppa roba. Il Natale diventa quindi quasi un secondo doppio lavoro, una fatica, un regime oppressivo, un obbligo pesante, un tempo da chiudere al più presto anche perché inizia tutto a novembre e a febbraio ne subisci ancora le conseguenze.

Il Natale ha anche stroncato ogni critica: se vuoi che si diano tutti una calmata rischi di passare per antireligioso e nemico dell’Occidente e se critichi sprechi ed eccessi del consumismo sei un pericoloso ambientalista ed ecologista. 

Essendo il Papa in prima fila a chiedere un Natale più austero, viene accusato di essere poco cristiano e anche in Vaticano lo seguono poco perché la pubblicità del Natale è la migliore per richiamare milioni di turisti o pellegrini che siano.

Eppure, a conti fatti l’augurio migliore, sembrerebbe oggi più che Buon Natale: poco Natale ma buono.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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