Ieri sera una signora del mio corso all’UNI3 di Verbania ha chiesto come scegliere il vino per le feste. Domanda difficile senza sapere il menù e senza conoscere gli ospiti. Le ho consigliato di percorrere due strade: scegliere vini mediani, cioè né troppo costosi né troppo caratterizzanti (troppo strutturati o troppo leggeri). Questo perché il costo potrebbe mettere in imbarazzo gli ospiti (pretenderanno vini così costosi quando verranno a cena da noi? Chi si credono di essere? etc etc) e poi servire un amarone, un barolo, un brunello o di contro un lambrusco amabile di Modena, un trebbiano di Romagna… potrebbe davvero stonare con le portate in tavola.
Oppure di scegliere qualche vino “sorpresa”, cioè che desti l’attenzione degli ospiti che si disinteressino così degli abbinamenti. Meglio, poi, in tal caso, si portino a tavola due bottiglie o più di diverso genere, bianco rosso rosato, così che si possa scegliere e provare… l’abbinamento non sarà importante. Per esempio, in Piemonte, un po’ di sorpresa la potrebbero provocare il Ruché, il Timorasso, il Pelaverga, la Vespolina.
Io a Natale, senza sapere il menù, porterò a tavola quattro vini: uno spumante secco, un bianco fermo, un rosso non troppo strutturato e un vino dolce.
Il primo e l’ultimo li servirò all’inizio e alla fine del pranzo. Gli altri due li metterò a tavola insieme. Nessun vino famoso (o meglio troppo famoso) e neppure troppo costoso, ma certo buoni.