Un anno e quattro mesi di reclusione convertita in lavori di pubblica utilità: è la pena patteggiata in tribunale a Verbania (competente per territorio) da M.M. 51enne di Gozzano accusato di omicidio stradale per aver causato il tragico incidente tra moto in seguito al quale ha perso la vita, a 58 anni, l’altro centauro coinvolto, il rappresentante di commercio vercellese Mario Tamarindo. All’imputato è stata anche comminata la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida per due anni.
Il terribile incidente era avvenuto l’8 luglio 2023 sulla statale 229 a Pettenasco. Come accertato dai carabinieri che avevano effettuato i rilievi, verso le 13.15 M.M. stava procedendo da Orta San Giulio verso Omegna in sella alla sua moto Bmw Gs 1200 quando improvvisamente, probabilmente a una velocità non adeguata e in prossimità di una curva, aveva invaso l’altra corsia andando a scontrarsi con la Ducati Streetfighter 1100 condotta da Tamarindo.
A causa del violentissimo impatto quest’ultimo aveva subìto una prima lesione alla gamba sinistra, sbandato ed era finito contro il guardrail fino a rotolato nella scarpata oltre la barriera, riportando una serie di politraumi devastanti che non gli avevano lasciato scampo. Era deceduto praticamente sul colpo. I sanitari del 118 avevano tentato per più di mezzora di riamarlo, ma senza esito. E, dramma nel dramma, tutto davanti agli occhi disperati del figlio della moglie – i due avevano fatto un giro in moto assieme -, che lo seguiva ad alcune centinaia di metri di distanza e che era stato tra i primi a tentare di prestargli soccorso.
L’imputato, nonostante l’urto e la sbandata, era riuscito a rimanere in equilibrio e aveva continuato la sua corsa per alcune centinaia di metri, fino a quando un automobilista l’aveva raggiunto e gli aveva lampeggiato, catturando la sua attenzione e facendolo tornare sui suoi passi rendendosi conto di quello che aveva provocato: solo così è riuscito a evitare l’aggravante dell’omissione di soccorso.
Da qui, poi, la scelta processuale di chiedere il patteggiamento. I famigliari della vittima, attraverso Studio3A, erano già stati integralmente risarciti dalla compagnia di assicurazione della moto dell’imputato.