Domani mattina, alle 8 in piazza Matteotti di fronte alla sede della Provincia, gli studenti del liceo artistico Casorati scenderanno nuovamente in piazza per protestare contro le condizioni del loro istituto. Una situazione che va ben oltre il recente episodio delle zecche «divenuto solo l’ultima manifestazione di una gestione scolastica e infrastrutturale problematica».
A esprimere il proprio malcontento è la madre di uno studente del liceo, che preferisce mantenere l’anonimato per proteggere la figlia da possibili ritorsioni: «Non vorrei che la vicenda delle zecche, seppur grave, sposti il problema da un’altra parte. La situazione di quella scuola è difficile da anni, l’apertura del cantiere ha solo peggiorato una situazione già precaria». La donna denuncia come la complessità della situazione abbia generato un clima di sfiducia generale, aggravato da episodi di pressione sugli studenti, in particolare su quelli del quinto anno: «Alcuni insegnanti hanno messo in difficoltà i ragazzi. Su questo ho anche avvertito la coordinatrice di classe».
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Il cantiere aperto per i lavori di ristrutturazione dell’istituto sembra aver peggiorato le criticità già esistenti. La madre prosegue: «Siamo a un tale punto diffidenza che le parole non bastano più per ripristinare la fiducia. Per questo motivo faremo un accesso agli atti della Provincia da sottoporre a un tecnico. È evidente a tutti come si svolgono i lavori: operai senza protezioni, amianto maneggiato senza cautele a cielo aperto e, infine, l’increscioso episodio delle zecche, segno di incuria. Se la ditta avesse lavorato con rigore, anche questo non sarebbe accaduto».
«La stanchezza per l’estrema disorganizzazione è palpabile tra famiglie, studenti e docenti – prosegue -. Numerose foto scattate in questi mesi da studenti, insegnanti e residenti documentano la situazione dell’edificio scolastico». Tuttavia, la partecipazione allo sciopero di domani rischia di essere limitata: «Molti studenti, soprattutto quelli dell’ultimo anno, temono possibili ritorsioni – aggiunge la mamma -. Da quello che hanno detto anche gli studenti, l’adesione sarà bassa perché soprattutto quelli dell’ultimo anno hanno paura di ripicche. È già successo».