Grazie ad auricolari e microcamere, il gruppo aiutava cittadini extracomunitari, senza alcuna nozione del codice della strada né padronanza della lingua italiana, a rispondere correttamente ai quiz per la patente di guida, dietro pagamento di cospicue somme di denaro dell’ordine di svariate migliaia di euro.
Un sistema più volte utilizzato nel novarese anche in passato quello scoperto nell’aprile del 2022 dalla polizia stradale a conclusione di un’indagine per prove d’esame con l’aiutino svoltesi negli anni precedenti. Un sistema per cui sei uomini, cinque di nazionalità pakistana, sono comparsi in udienza preliminare perché sospettati di aver formato un’associazione a delinquere dedita alla commissione di truffe nel settore del rilascio delle patenti di guida, attiva fra Piemonte, Veneto e Liguria. Uno di loro, M.T., 49 anni, indicato dagli investigatori come uno dei suggeritori esterni, ha patteggiato un anno e mezzo di reclusione. Per gli altri, fatta eccezione per gli irreperibili il cui processo è sospeso, è arrivato il rinvio a giudizio con dibattimento davanti al tribunale collegiale.
Secondo quanto verificato dalle forze dell’ordine, il gruppo di truffatori avrebbe fornito ai «clienti» gli strumenti elettronici per suggerire agli esaminandi le risposte corrette ai test e superare l’esame teorico. Inizialmente erano coinvolte più persone, ma alcuni indagati sono già usciti di scena.
Nel corso dell’indagine erano stati recuperati numerosi auricolari bluetooth miniaturizzati, microcamere, smartphone, modem portatili e capi di abbigliamento opportunamente confezionati per nascondere l’attrezzatura. Era stata inoltre sequestrata una somma di denaro superiore a 10 mila euro, probabilmente frutto dell’attività illecita. Gli accertamenti condotti su alcune prove teoriche svoltesi a Novara si erano incrociate con altri effettuati nel frattempo dalla Finanza, e si era capito che dietro al sistema di frode, in diverse città, ci potevano essere sempre le stesse persone.