Al Coccia in mostra gli abiti indossati dalla direttrice Baroni, la consigliera Paladini chiede chiarezza

Critiche in consiglio comunale da parte della consigliera dem anche sulla fine della collaborazione con il comune di Sordevolo, sulla necessità di nuove assunzioni e sull'associazione Amici del Teatro Coccia

La discussione di ieri, 29 gennaio, in consiglio comunale sul Piano di valorizzazione della Fondazione Teatro Coccia ha portato alla luce una serie di questioni. Al centro delle polemiche, sollevate dalla consigliera del Partito Democratico Sara Paladini, ci sono state alcune scelte gestionali della direttrice Corinne Baroni, in particolare la mostra di abiti sartoriali confezionati appositamente per lei e il mancato rinnovo della collaborazione con il comune di Sordevolo.

«Ho appreso dai giornali che nel foyer del Teatro Coccia sarà allestita una mostra dedicata agli abiti indossati dalla direttrice appositamente confezionati per lei da una sartoria per le serate di opera. Vorrei capire se si tratta di un vero e proprio sponsor e in quale modo sostiene il nostro teatro – ha dichiarato Paladini che a margine ha aggiunto: «L’annuncio è stato fatto anche sui canali social del teatro. È inconcepibile per un’istituzione pubblica che la direttrice, che è una dipendente del teatro, si faccia confezionare dei vestiti a titolo personale e poi regali alla sarta uno spazio che non è di sua proprietà, ma di tutta la città. È una mostra o l’atelier della direttrice? Io non ce l’ho con la sarta che fa il suo lavoro, ma con la direttrice che usa il teatro come spazio privato. È come se un marchio di alta moda proponesse al sindaco di vestirlo e lui cambio esponesse gli abiti all’ingresso di Palazzo Cabrino».

Un quesito a cui l’assessore alla Cultura, Luca Piantanida, ha risposto dicendo di non saperne nulla.

Le critiche di Paladini sono poi proseguite in aula anche rispetto alla fine della collaborazione tra il Teatro Coccia e il Comune di Sordevolo, dove negli ultimi due anni erano state realizzate delle opere liriche estive. «Più volte la direttrice ha raccontato la magnificenza di questa produzione, l’unica vera co-produzione fuori dai confini novaresi. Ora sembra che per una differenza economica di appena 2.000 euro, la collaborazione sia stata interrotta. Mi chiedo se questa sia la visione strategica della direttrice o se basti un piccolo screzio per far saltare un intero piano di valorizzazione rischiando anche di perdere dei finanziamenti da parte del Fus».

In realtà, il Teatro Coccia ha diverse coproduzioni attive, non solo quella con Sordevolo: tutte le prime di stagione degli ultimi anni e alcuni titoli nel calendario di opera sono stati co-prodotti con altri teatri italiani.

Nel corso del dibattito, la consigliera dem ha chiesto al dirigente del settore Cultura, Davide Zanino, se esiste la possibilità di ospitare “La Traviata” in estate al Coccia, con l’installazione di un impianto di condizionamento anche temporaneo per sostituire le date precedentemente previste a Sordevolo nel mese di luglio. «
Bisogna capire se il Teatro vorrà riprogrammare, al momento non ho notizie certe. Il teatro non è adatto, un condizionamento temporaneo sarebbe difficoltoso, bisognerebbe verificare la fattibilità» ha risposto Zanino.

Paladini ha poi puntato l’attenzione sulla necessità di nuove assunzioni di personale nel teatro, evidenziando come il costo del lavoro incida solo per il 16% rispetto al costo di produzione, ben al di sotto della media nazionale. «Questa deve essere una priorità per la direttrice, il Cda e il Comune. L’Otello (prima di stagione andata in scena lo scorso fine settimana, ndr) è stato smontato lunedì e martedì è entrata una nuova opera per bambini. Questo significa che non ci sono stati sabati, domeniche, ferie o sostituzioni» ha “denunciato” la consigliera.

Infine, Paladini ha espresso perplessità sulla recente nascita dell’associazione “Amici del Teatro Coccia”, fortemente voluta dalla direttrice Baroni. «Non ho capito se si tratti di una costola politica, considerando i recenti ringraziamenti rivolti agli assessori Chiarelli e Negri senza nemmeno citare né il sindaco né l’assessore alla Cultura» ha affermato.

Alla fine della discussione, la minoranza si è astenuta e il Piano di valorizzazione è stato approvato con i voti della maggioranza. È stata inoltre accolta la proposta del capogruppo del Pd, Nicola Fonzo, di organizzare una nuova commissione con i vertici della Fondazione per approfondire le questioni sollevate.

(In foto con il presidente della Fondazione, Fabio Ravanelli, e il sindaco, Alessandro Canelli, la direttrice Corinne Baroni indossa l’abito confezionato per lei in occasione della finale del Festival Cantelli)

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Una risposta

  1. Il bello delle testate locali è che spesso sono involontariamente divertenti. L’episodio raccontato, se corrisponde alla realtà, mi sembra di quelli veramente spassosi. Da tempo frequento solo molto molto saltuariamente il Teatro Coccia, poiché sono un radical-chic, anzi un radical poco chic e con una spesa solo leggermente maggiore preferisco andare allo Strehler a Milano o al Grassi, a seguire un Concerto al Conservatorio di Milano (o addirittura gratis al Cantelli) o magari, qualche volta concedendomi un concerto alla Scala… L’ultima volta che mi sono seduto nella platea del Teatro Coccia, per uno spettacolo con musiche di Bela Bartok, ricordo che la Direttrice “spiegava” al pubblico ciò che avrebbe dovuto ascoltare, poiché il musicista era, a suo dire, “un po’ inconsueto”… Come disse Oscar Wilde prima di morire, guardando l’orrenda tappezzeria dell’Hotel d’Alsace a Parigi: “Qualcuno di noi due se ne deve andare…”

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Al Coccia in mostra gli abiti indossati dalla direttrice Baroni, la consigliera Paladini chiede chiarezza

Critiche in consiglio comunale da parte della consigliera dem anche sulla fine della collaborazione con il comune di Sordevolo, sulla necessità di nuove assunzioni e sull’associazione Amici del Teatro Coccia

La discussione di ieri, 29 gennaio, in consiglio comunale sul Piano di valorizzazione della Fondazione Teatro Coccia ha portato alla luce una serie di questioni. Al centro delle polemiche, sollevate dalla consigliera del Partito Democratico Sara Paladini, ci sono state alcune scelte gestionali della direttrice Corinne Baroni, in particolare la mostra di abiti sartoriali confezionati appositamente per lei e il mancato rinnovo della collaborazione con il comune di Sordevolo.

«Ho appreso dai giornali che nel foyer del Teatro Coccia sarà allestita una mostra dedicata agli abiti indossati dalla direttrice appositamente confezionati per lei da una sartoria per le serate di opera. Vorrei capire se si tratta di un vero e proprio sponsor e in quale modo sostiene il nostro teatro – ha dichiarato Paladini che a margine ha aggiunto: «L’annuncio è stato fatto anche sui canali social del teatro. È inconcepibile per un’istituzione pubblica che la direttrice, che è una dipendente del teatro, si faccia confezionare dei vestiti a titolo personale e poi regali alla sarta uno spazio che non è di sua proprietà, ma di tutta la città. È una mostra o l’atelier della direttrice? Io non ce l’ho con la sarta che fa il suo lavoro, ma con la direttrice che usa il teatro come spazio privato. È come se un marchio di alta moda proponesse al sindaco di vestirlo e lui cambio esponesse gli abiti all’ingresso di Palazzo Cabrino».

Un quesito a cui l’assessore alla Cultura, Luca Piantanida, ha risposto dicendo di non saperne nulla.

Le critiche di Paladini sono poi proseguite in aula anche rispetto alla fine della collaborazione tra il Teatro Coccia e il Comune di Sordevolo, dove negli ultimi due anni erano state realizzate delle opere liriche estive. «Più volte la direttrice ha raccontato la magnificenza di questa produzione, l’unica vera co-produzione fuori dai confini novaresi. Ora sembra che per una differenza economica di appena 2.000 euro, la collaborazione sia stata interrotta. Mi chiedo se questa sia la visione strategica della direttrice o se basti un piccolo screzio per far saltare un intero piano di valorizzazione rischiando anche di perdere dei finanziamenti da parte del Fus».

In realtà, il Teatro Coccia ha diverse coproduzioni attive, non solo quella con Sordevolo: tutte le prime di stagione degli ultimi anni e alcuni titoli nel calendario di opera sono stati co-prodotti con altri teatri italiani.

Nel corso del dibattito, la consigliera dem ha chiesto al dirigente del settore Cultura, Davide Zanino, se esiste la possibilità di ospitare “La Traviata” in estate al Coccia, con l’installazione di un impianto di condizionamento anche temporaneo per sostituire le date precedentemente previste a Sordevolo nel mese di luglio. «
Bisogna capire se il Teatro vorrà riprogrammare, al momento non ho notizie certe. Il teatro non è adatto, un condizionamento temporaneo sarebbe difficoltoso, bisognerebbe verificare la fattibilità» ha risposto Zanino.

Paladini ha poi puntato l’attenzione sulla necessità di nuove assunzioni di personale nel teatro, evidenziando come il costo del lavoro incida solo per il 16% rispetto al costo di produzione, ben al di sotto della media nazionale. «Questa deve essere una priorità per la direttrice, il Cda e il Comune. L’Otello (prima di stagione andata in scena lo scorso fine settimana, ndr) è stato smontato lunedì e martedì è entrata una nuova opera per bambini. Questo significa che non ci sono stati sabati, domeniche, ferie o sostituzioni» ha “denunciato” la consigliera.

Infine, Paladini ha espresso perplessità sulla recente nascita dell’associazione “Amici del Teatro Coccia”, fortemente voluta dalla direttrice Baroni. «Non ho capito se si tratti di una costola politica, considerando i recenti ringraziamenti rivolti agli assessori Chiarelli e Negri senza nemmeno citare né il sindaco né l’assessore alla Cultura» ha affermato.

Alla fine della discussione, la minoranza si è astenuta e il Piano di valorizzazione è stato approvato con i voti della maggioranza. È stata inoltre accolta la proposta del capogruppo del Pd, Nicola Fonzo, di organizzare una nuova commissione con i vertici della Fondazione per approfondire le questioni sollevate.

(In foto con il presidente della Fondazione, Fabio Ravanelli, e il sindaco, Alessandro Canelli, la direttrice Corinne Baroni indossa l’abito confezionato per lei in occasione della finale del Festival Cantelli)

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore