Cameri, scontro sull’area sgambamento cani. Il consigliere Paggi: «50 mila euro buttati»

Replica il sindaco Pacileo: «Nessuno spreco di soldi, area già destinata al verde»

«Un clamoroso sperpero di soldi pubblici» Così hanno definito i componenti della minoranza consiliare di Per Cameri, con il capogruppo Tino Paggi, riferendosi all’area sgambamento cani in via Galilei. Secondo i consiglieri si tratterebbe di «50 mila euro di soldi pubblici buttati con la prospettiva di doverne spendere altrettanti per realizzare una nuova area cani». Tutta colpa del fatto che, come riporta l’opposizione, l’area è troppo vicina alle case.

Il 31 gennaio scorso il Comune è stato costretto a chiudere l’area inaugurata nel 2019 dall’allora sindaco Valeria Galli. «Su quell’area sono stati spesi, negli anni, oltre 50 mila euro tra allestimenti, recinzione, videosorveglianza, accesso digitalizzato e manutenzione» spiega Paggi, avversario del sindaco Giuliano Pacileo alle ultime elezioni che, però, hanno visto la solida riconferma del primo cittadino.

Già nell’ottobre 2021 uno dei residenti della zona aveva segnalato che la normativa vigente prevede una distanza minima di 100 metri dalle abitazioni. E, infatti, l’avvocato del residente ha definito l’area come «costruita in totale spregio degli interessi privatistici e di quel minimo distanziamento indicato dalla legge, collocandola a ridosso della proprietà del mio assistito».

«La situazione per noi è sempre più insostenibile – ha scritto un altro residente, esasperato anche dal «gruppo di cittadini che frequenta abitualmente il parchetto che ha oltrepassato senza dubbio le regole di buona educazione: urla, cani lasciati abbaiare insistentemente, derisione nei confronti miei e dei miei cani, quando sono nel mio cortile, perchè disturbano i loro».

Secondo Paggi il risultato è che «il Comune si cosparge il capo di cenere, chiude l’area dall’oggi al domani, sborsa altri 1.000 euro per la mediazione e si impegna a spostare l’area in altra zona. Con buona pace di tutti i cameresi che hanno visto buttare 50 mila euro soldi in un’avventura che non doveva nemmeno iniziare». Dalla minoranza assistono «stupefatti a questo scempio di denaro pubblico» e si chiedono come sia possibile che un’amministrazione comunale infranga le leggi in modo così plateale e superficiale».

Non si è fatta attendere la replica dell’amministrazione che ha rimandato al mittente tutte le accuse: «Non esiste alcuno spreco di soldi pubblici. L’opera è costata circa 46 mila euro ed è sorta su area già destinata a verde pubblico» si legge sulle pagine social del sindaco Giuliano Pacileo che ha aggiunto «l’area vicina alle abitazioni non ha causato per qualche anno problemi, ma successivamente l’utilizzo non corretto da parte di alcuni fruitori ha creato forti disagi come il disturbo della quiete pubblica e odori derivanti dalle deiezioni non raccolte. Per questo l’amministrazione comunale ha preferito arrivare ad una mediazione piuttosto che percorrere una via legale che avrebbe potuto comportare ulteriori spese. È comprensibile voler fare opposizione alla maggioranza, ma la matematica lascia poco spazio alle opinioni in questo caso».

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Cameri, scontro sull’area sgambamento cani. Il consigliere Paggi: «50 mila euro buttati»

Replica il sindaco Pacileo: «Nessuno spreco di soldi, area già destinata al verde»

«Un clamoroso sperpero di soldi pubblici» Così hanno definito i componenti della minoranza consiliare di Per Cameri, con il capogruppo Tino Paggi, riferendosi all’area sgambamento cani in via Galilei. Secondo i consiglieri si tratterebbe di «50 mila euro di soldi pubblici buttati con la prospettiva di doverne spendere altrettanti per realizzare una nuova area cani». Tutta colpa del fatto che, come riporta l’opposizione, l’area è troppo vicina alle case.

Il 31 gennaio scorso il Comune è stato costretto a chiudere l’area inaugurata nel 2019 dall’allora sindaco Valeria Galli. «Su quell’area sono stati spesi, negli anni, oltre 50 mila euro tra allestimenti, recinzione, videosorveglianza, accesso digitalizzato e manutenzione» spiega Paggi, avversario del sindaco Giuliano Pacileo alle ultime elezioni che, però, hanno visto la solida riconferma del primo cittadino.

Già nell’ottobre 2021 uno dei residenti della zona aveva segnalato che la normativa vigente prevede una distanza minima di 100 metri dalle abitazioni. E, infatti, l’avvocato del residente ha definito l’area come «costruita in totale spregio degli interessi privatistici e di quel minimo distanziamento indicato dalla legge, collocandola a ridosso della proprietà del mio assistito».

«La situazione per noi è sempre più insostenibile – ha scritto un altro residente, esasperato anche dal «gruppo di cittadini che frequenta abitualmente il parchetto che ha oltrepassato senza dubbio le regole di buona educazione: urla, cani lasciati abbaiare insistentemente, derisione nei confronti miei e dei miei cani, quando sono nel mio cortile, perchè disturbano i loro».

Secondo Paggi il risultato è che «il Comune si cosparge il capo di cenere, chiude l’area dall’oggi al domani, sborsa altri 1.000 euro per la mediazione e si impegna a spostare l’area in altra zona. Con buona pace di tutti i cameresi che hanno visto buttare 50 mila euro soldi in un’avventura che non doveva nemmeno iniziare». Dalla minoranza assistono «stupefatti a questo scempio di denaro pubblico» e si chiedono come sia possibile che un’amministrazione comunale infranga le leggi in modo così plateale e superficiale».

Non si è fatta attendere la replica dell’amministrazione che ha rimandato al mittente tutte le accuse: «Non esiste alcuno spreco di soldi pubblici. L’opera è costata circa 46 mila euro ed è sorta su area già destinata a verde pubblico» si legge sulle pagine social del sindaco Giuliano Pacileo che ha aggiunto «l’area vicina alle abitazioni non ha causato per qualche anno problemi, ma successivamente l’utilizzo non corretto da parte di alcuni fruitori ha creato forti disagi come il disturbo della quiete pubblica e odori derivanti dalle deiezioni non raccolte. Per questo l’amministrazione comunale ha preferito arrivare ad una mediazione piuttosto che percorrere una via legale che avrebbe potuto comportare ulteriori spese. È comprensibile voler fare opposizione alla maggioranza, ma la matematica lascia poco spazio alle opinioni in questo caso».

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24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.