“La salute non aspetta. Non rinunciare a curarti” è lo slogan della campagna lanciata ieri dalla sede di Torino del Partito Democratico piemontese dal segretario regionale Domenico Rossi. L’oggetto della campagna è l’illustrazione del percorso di tutela, una procedura prevista per legge in base alla quale ogni cittadino in possesso di una prescrizione di visita e/o esame specialistico in primo accesso in classe di priorità B (entro 10 giorni) – D (visite 30 giorni / esami 60 giorni) – P (120 giorni) che non sia riuscito a prenotare la prestazione sanitaria tramite il CUP nei tempi indicati dalla ricetta del medico, potrà presentare formale istanza per essere avviato alla prestazione specialistica attraverso l’utilizzo dell’attività libero-professionale intramuraria, delle prestazioni del sistema privato accreditato, ma senza costi aggiuntivi rispetto al ticket.
Ad illustrare le tre fasi in cui si articolerà la campagna è stato Rossi che ha spiegato come «il partito si metterà a disposizione dei cittadini. In una prima fase li informeremo di questa possibilità attraverso i canali social del partito e banchetti nelle piazze. Nella seconda sperimenteremo un servizio di accompagnamento alla richiesta di attivazione del percorso di tutela. Nella terza renderemo stabile questo servizio grazie al lavoro dei nostri circoli per dare una mano a chi è solo e fatica ad attivare le richieste».
Un secondo step della campagna avviata l’anno scorso per la riduzione delle liste di attesa che aveva raccolto 20mila firme di cittadini che denunciavano lo stato di salute della sanità pubblica. In Piemonte, infatti, troppo spesso i pazienti non trovano disponibilità per visite ed esami oppure sono costretti o ad attendere tempi lunghissimi o ancora a spostarsi a centinaia di chilometri da casa. «Chi non può attendere – ha aggiunto Rossi – si rivolge al privato, mentre in troppi, purtroppo, rinunciano alle cure. In Piemonte l’8,8% dei piemontesi ha rinunciato alle cure nell’ultimo anno. L’immagine di una situazione ingiusta e inaccettabile, perché la salute è un diritto fondamentale. Gli innumerevoli annunci e le promesse di Cirio non hanno portato nessun miglioramento. Anzi assistiamo a un disegno di smantellamento del Sistema Sanitario Nazionale, come dimostra il record in negativo di investimenti in sanità con l’ultima finanziaria del governo Meloni che ci fa scivolare sotto la soglia del 6%».
Il Pd quindi, mentre chiede maggiori risorse, stipendi più alti e un piano straordinario di assunzioni, ha deciso di attivarsi sul territorio per far rispettare una procedura prevista per legge che «consente di ridurre i tempi di attesa e ricevere la prestazione in intramoenia o nel privato accreditato senza ulteriori spese rispetto al ticket. Peccato che qui in Regione Piemonte il CUP non lo dice e la Regione complica il percorso così che in pochi possano accedere» ha sottolineato il segretario regionale del partito Domenico Rossi.
Un impegno che sarà nei circoli e nelle piazza del Piemonte, ma anche in consiglio regionale come ha spiegato il vicepresidente della commissione sanità Daniele Valle «chiediamo che il percorso di tutela venga messo a disposizione in modo automatico, e proposto direttamente dal CUP nel caso non vi siano posti disponibili. Fatico a vedere una qualunque persona anziana che compila online un modulo in pdf, lo scarica, allega i suoi documenti digitalizzati e invia tutto tramite PEC. Tutto questo per ottenere un suo diritto. In soli tre mesi l’Umbria ha implementato la sua app per le prenotazioni: ora entrando con Spid si trovano già caricate le ricette emesse dal medico di famiglia, c’è solo da scegliere giorno e ora, e si può pagare il ticket direttamente sulla app. Tre mesi, risparmio e efficienza, contro sei anni di annunci e code che si allungano».