Lo avrebbero picchiato a sangue accusandolo di averli ingannati: «Hai fatto sparire la valigetta con la droga». Una brutale aggressione, quella ai danni di un giovane dominicano circondato da un gruppo di conoscenti. Gli avevano perfino spaccato il setto nasale. «Non ne so nulla», continuava a ripetere il ragazzo a proposito di quella partita di stupefacente del valore di 40 mila euro. Un pestaggio avvenuto qualche anno fa, il 16 marzo 2019 a Novara, per il quale sono stati rinviati a giudizio, e ora a processo, E.G., 34 anni, e M.Z., 45 anni, già noti alle forze dell’ordine, accusati a vario titolo di reati quali rapina, lesioni personali e tentata estorsione, tutti aggravati. C’era una terza complice, V.T:, 28 anni, che sta tentando di patteggiare la pena anche se i 2 anni proposti sono stati giudicati troppo pochi dal giudice.
I fatti la sera di quel 16 marzo. La polizia soccorre in centro il dominicano, semi spogliato e coperto di sangue. Verificano che la sua casa, la cantina e il garage sono completamente a soqquadro. I poliziotti gli fanno qualche domanda, ma lui è molto spaventato. Cerca di minimizzare l’accaduto. Solo successivamente decide di andare in ospedale, dove gli vengono diagnosticate la frattura del setto nasale e la perforazione del timpano destro, con un’iniziale prognosi di 21 giorni.
Gli investigatori verificano che la situazione è più grave del previsto. Al giovane sono stati rubati il cellulare e l’auto di proprietà dei genitori. Si viene poi a sapere che il pestaggio è in qualche modo legato alla sparizione di una valigia contenente stupefacente, di cui gli aggressori incolpavano il dominicano. Lui viene anche minacciato di morte al telefono: «Se non ci ridai la valigia, fai una brutta fine. Sei un uomo morto», lo avvertono. Una vera e propria escalation di violenze verbali. Che non cessano nemmeno quando, alcuni giorno dopo, la vittima decide di lasciare il territorio nazionale. Le minacce proseguono nei confronti suoi genitori.
La polizia ricostruisce poi che la valigia, presa ad Alessandria, doveva essere portata a Torino. Ma il gruppo novarese non era riuscito a piazzare la droga; e il dominicano, al rientro, si era offerto di nasconderla nel suo garage. Poi era misteriosamente sparita. E gli altri non l’avevano presa bene.