Città della salute: servono nuovo spazi per Medicina. L’appello del rettore Rizzi

Il rettore dell'Upo è stato audito durante la commissione Sanità in Regione: «È molto importante che sia la didattica che la ricerca siano all’interno dell’ospedale»

In vista della nuova Città della salute, la facoltà di Medicina ha bisogno di nuovi spazi. L’ha detto il rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Menico Rizzi, durante l’audizione in Commissione Sanità in Regione che si è svolta ieri, 10 marzo.

«L’azienda ospedaliera universitaria di Novara svolge sia attività di ricerca biomedica che di formazione – ha spiegato il rettore – attualmente gli spazi per la formazione degli studenti di medicina non sono sufficienti, ci sono poi anche le attività di ricerca clinica e biomedica. Nella nuova Città della Salute avremo una struttura moderna in cui formazione e ricerca saranno integrate. Adesso abbiamo 130 studenti del primo anno ed è il numero massimo che possiamo seguire, ma c’è una forte richiesta per aumentare il numero di matricole. Per farlo però ci vogliono aule con una capienza adeguata e anche docenti, con le strutture attuali al massimo potremo arrivare a 150 studenti. È molto importante che sia la didattica che la ricerca siano all’interno dell’ospedale».

La commissione, presieduta all’inizio dal vicepresidente Daniele Valle e poi dal presidente Luigi Icardi, ha ascoltato la presentazione di Rizzi. Diversi consiglieri gli hanno posto domande sulla futura capienza della facoltà di Medicina all’interno del nuovo ospedale di Novara  che dovrebbe essere operativo tra cinque o sei anni.

Sono, dunque, intervenuti: Domenico Rossi (Pd), Gianluca Godio (FdI), Davide Buzzi Langhi (Fi), Mauro Salizzoni (Pd), Sarah Disabato (M5s),  Davide Zappalà (FdI), Pasquale Coluccio (M5s).  
«Per limitare la fuga di pazienti verso la vicina Regione Lombardia – ha proseguito il rettore – bisogna organizzare la formazione dei medici in modo nuovo: a piccoli gruppi, seguiti da un tutor, utilizzando le simulazioni anche attraverso le nuove tecnologie e l’Intelligenza Artificiale. Una struttura moderna anche dal punto di vista architettonico ci interessa molto, sia per la didattica che per la ricerca biomedica».

Solo pochi giorni fa, il direttore generale dell’ospedale Maggiore, Stefano Scarpetta, ha nominato la commissione giudicatrice chiamata a valutare l’offerta tecnica ed economica presentata alla gara per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara. L’unica proposta pervenuta alla chiusura del bando (lo scorso 20 dicembre) è quella del gruppo piemontese Dogliani.

Negli ultimi anni, il progetto ha affrontato numerose difficoltà, tra bandi rimandati più volte, rincari dei prezzi delle materie prime e incremento dei costi di costruzione. Tutti questi fattori hanno portato alla necessità di rivedere il piano economico-finanziario, con un aggiornamento del costo previsto da 419 a 520 milioni di euro.

Se la valutazione sarà positiva, la direzione generale dell’ospedale provvederà a siglare il contratto con la società proponente. A quel punto l’operatore economico avrà 5 anni di tempo – il cantiere dovrebbe essere predisposto entro settembre di quest’anno – per costruire il nuovo ospedale e si cominceranno a considerare da quel momento le 25 annualità da 30 milioni di euro che costituiscono il compenso per l’operatore economico.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Città della salute: servono nuovo spazi per Medicina. L’appello del rettore Rizzi

Il rettore dell’Upo è stato audito durante la commissione Sanità in Regione: «È molto importante che sia la didattica che la ricerca siano all’interno dell’ospedale»

In vista della nuova Città della salute, la facoltà di Medicina ha bisogno di nuovi spazi. L’ha detto il rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Menico Rizzi, durante l’audizione in Commissione Sanità in Regione che si è svolta ieri, 10 marzo.

«L’azienda ospedaliera universitaria di Novara svolge sia attività di ricerca biomedica che di formazione – ha spiegato il rettore – attualmente gli spazi per la formazione degli studenti di medicina non sono sufficienti, ci sono poi anche le attività di ricerca clinica e biomedica. Nella nuova Città della Salute avremo una struttura moderna in cui formazione e ricerca saranno integrate. Adesso abbiamo 130 studenti del primo anno ed è il numero massimo che possiamo seguire, ma c’è una forte richiesta per aumentare il numero di matricole. Per farlo però ci vogliono aule con una capienza adeguata e anche docenti, con le strutture attuali al massimo potremo arrivare a 150 studenti. È molto importante che sia la didattica che la ricerca siano all’interno dell’ospedale».

La commissione, presieduta all’inizio dal vicepresidente Daniele Valle e poi dal presidente Luigi Icardi, ha ascoltato la presentazione di Rizzi. Diversi consiglieri gli hanno posto domande sulla futura capienza della facoltà di Medicina all’interno del nuovo ospedale di Novara  che dovrebbe essere operativo tra cinque o sei anni.

Sono, dunque, intervenuti: Domenico Rossi (Pd), Gianluca Godio (FdI), Davide Buzzi Langhi (Fi), Mauro Salizzoni (Pd), Sarah Disabato (M5s),  Davide Zappalà (FdI), Pasquale Coluccio (M5s).  
«Per limitare la fuga di pazienti verso la vicina Regione Lombardia – ha proseguito il rettore – bisogna organizzare la formazione dei medici in modo nuovo: a piccoli gruppi, seguiti da un tutor, utilizzando le simulazioni anche attraverso le nuove tecnologie e l’Intelligenza Artificiale. Una struttura moderna anche dal punto di vista architettonico ci interessa molto, sia per la didattica che per la ricerca biomedica».

Solo pochi giorni fa, il direttore generale dell’ospedale Maggiore, Stefano Scarpetta, ha nominato la commissione giudicatrice chiamata a valutare l’offerta tecnica ed economica presentata alla gara per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara. L’unica proposta pervenuta alla chiusura del bando (lo scorso 20 dicembre) è quella del gruppo piemontese Dogliani.

Negli ultimi anni, il progetto ha affrontato numerose difficoltà, tra bandi rimandati più volte, rincari dei prezzi delle materie prime e incremento dei costi di costruzione. Tutti questi fattori hanno portato alla necessità di rivedere il piano economico-finanziario, con un aggiornamento del costo previsto da 419 a 520 milioni di euro.

Se la valutazione sarà positiva, la direzione generale dell’ospedale provvederà a siglare il contratto con la società proponente. A quel punto l’operatore economico avrà 5 anni di tempo – il cantiere dovrebbe essere predisposto entro settembre di quest’anno – per costruire il nuovo ospedale e si cominceranno a considerare da quel momento le 25 annualità da 30 milioni di euro che costituiscono il compenso per l’operatore economico.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore