Un’inaugurazione in pompa magna quella che si è tenuta oggi, 18 marzo, al palazzetto Stefano Dal Lago, storico impianto dello sport novarese, dove il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi è stato accolto dal sindaco Alessandro Canelli, dalle autorità civili e militari e da un nutrito gruppo di amministratori di Fratelli d’Italia tra cui il vicesindaco e assessore allo Sport Ivan De Grandis.
La visita è iniziata nella struttura del campo di atletica Andrea Gorla, dove proseguono i lavori di sistemazione, non senza polemiche su una struttura centrale per gli sportivi novaresi che da molto tempo richiedeva l’intervento delle istituzioni. Un progetto, però, che, a giudicare dai commenti sottovoce dei tanti presenti, arriva con ritardo e non senza critiche da parte di chi vorrebbe vedere il campo nelle condizioni di un tempo.
«Adesso si pensa ai prossimi 365 giorni per l’anno di capitale europea dello sport, perché non è soltanto un’etichetta ma è un programma di iniziative che partono dal miglioramento delle infrastrutture, dai programmi di collaborazione con le scuole e quindi esattamente quello che stiamo cercando di fare nell’ottica della collaborazione di tutti i livelli per affermare lo sport non soltanto come un fattore competitivo ma come fattore di sviluppo sociale.
Questo il commento di Abodi prima di proseguire all’interno del palazzetto dove si è svolta la cerimonia di consegna da parte di Aces, la Federazione dalla quale il Comune ha ottenuto il titolo di Città Europea dello Sport. Un riconoscimento ottenuto insieme ad altre città italiane ed europee che si sono candidate e hanno versato le somme previste per garantirsi il titolo. Un investimento complessivo di circa 25.000 euro che potrebbe avere un ritorno sulla città in termini di eventi e marketing territoriale, ma che in passato ha già suscitato alcune perplessità.
Da dove partire? La risposta l’ha data Canelli affermando che occorre «cercare di migliorarsi partendo delle basi solide dello sport novarese: l’associazionismo sportivo, fatto da persone che, gratuitamente, si mettono a disposizione con grande spirito di sacrificio. Il compito dell’amministrazione è quello di cercare di fare il possibile per dare loro la possibilità di avere delle strutture». La città era in ritardo sull’impiantistica sportiva, il cui patrimonio è molto datato, ma come ha sottolineato il sindaco «abbiamo subito iniziato un percorso per riuscire a trovare risorse e progettualità sia con risorse pubbliche sia attraverso il partenariato pubblico privato per poter dotare le varie associazioni e le varie discipline di una casa bella, accogliente e dignitosa».
I dati nazionali in merito, raccolti dal Censimento nazionale impianti sportivi condotto da Sport e Salute, restituiscono, infatti, cifre preoccupanti. In termini di dotazione infrastrutturale sportiva nazionale ci sono 77.000 impianti sportivi: 131 impianti ogni 100.000 abitanti, un dato che risulta 4,6 volte inferiore rispetto alla dotazione della Finlandia, tra i Paesi più attivi in Europa. Di questi il 44% è stato costruito negli anni ’70 e ’80,
evidenziando una significativa vetustà del patrimonio infrastrutturale. A ciò si aggiungono ulteriori criticità: l’8% delle strutture risulta non funzionante, mentre oltre il 20% degli impianti non è fruibile da persone con disabilità.
De Grandis ha poi sottolineato come «questo premio non è sicuramente un punto d’arrivo ma è un modo per iniziare a costruire ancora di più in questi anni. Questa è l’amministrazione che ha investito più di tutte sull’impiantistica sportiva e sul mondo sportivo». I dati nazionali, confermano che lo stesso non è stato fatto a livello governativo: l’Italia si posiziona al 17° posto per spesa pubblica dedicata allo sport per abitante tra i 27 Paesi UE, con un volume di spesa pro capite pari a 86,3 Euro nel 2022, del 36% inferiore rispetto alla media. De Grandis, ringraziando il ministro Abodi, ha anche sottolineato come la città ha «dimostrato di essere pronta ad ospitare i grandi eventi, ma anche che esiste un grandissimo movimento di base che si allena nei nostri impianti. Per loro abbiamo la volontà di aprire nuovi impianti sportivi, abbiamo cercato di intercettare tutte le risorse disponibili e di partecipare a tutti i bandi per riqualificare l’impiantistica sportiva».
I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) non mancano: quelli dedicati al settore sportivo ammontano complessivamente a circa 1 miliardo, per il periodo 2021 –2026. Questa cifra si suddivide in due principali linee di intervento: 700 milioni, destinati a promuovere lo sport e l’inclusione sociale attraverso progetti finanziati in forma di prestito, e 300 milioni dedicati al potenziamento delle infrastrutture.
Sarà davvero il titolo di Città Europea dello Sport un volano per il mondo sportivo novarese e per l’ecosistema della città oppure senza un ragionamento serio su investimenti nazionali la coperta sarà sempre più corta? Lo vedremo nei prossimi mesi quando si compierà del tutto il programma previsto per l’anno di Novara Capitale Europea dello Sport.