Il territorio novarese avrà presto il suo Distretto del cibo, denominato “Novara e Laghi”. L’iniziativa, che vede la Provincia come capofila, dovrà ottenere l’approvazione della Regione, ma secondo gli enti e le associazioni di categoria coinvolte nel progetto, l’iter non dovrebbe incontrare ostacoli.
Come già succede in altre parti del Piemonte, come le Langhe e il Roero o il Monferrato, i Distretti del cibo sono strumenti fondamentali per valorizzare le eccellenze agroalimentari e gastronomiche locali, promuovendo ricette della tradizione e organizzando eventi legati alle produzioni agricole divenute patrimonio culturale e folkloristico.
Durante la presentazione, Federico Binatti, presidente della Provincia di Novara, ha sottolineato l’importanza del comparto agricolo e la crescente presenza di giovani che garantiscono continuità alle aziende familiari. «La promozione del cibo ha ricadute dirette sul turismo: ogni Comune ha le sue eccellenze e i turisti cercano qualità. Gli enti devono creare le condizioni affinché i privati possano lavorare al meglio. Sul turismo si può e si deve fare di più e sono convinto che in futuro raccoglieremo i frutti dell’impegno di chi ogni giorno investe con sacrificio».
«È necessario dare voce a settori meno sviluppati, come l’apicoltura – ha detto Giuseppe Maio, consigliere delegato all’Agricoltura -. Dobbiamo sostenere e aiutare queste realtà con un percorso costruttivo, che rappresenta la colonna vertebrale dell’intera provincia».

È intervenuta anche l’assessora al Commercio del Ccomune di Novara, Maria Cristina Stangalini, che ha evidenzia il ruolo della Regione che autorizza i Distretti e mette a disposizione finanziamenti per le aziende attraverso bandi, in collaborazione con le associazioni di categoria. «Novara sarà città del formaggio 2025. Con il lavoro di tutti arriveranno risultati concreti. Formalizziamo ora il Distretto che porterà un indotto economico significativo per il nostro territorio».
Elisabetta Franzoni, assessora al Turismo del comune di Novara, ha precisato l’importanza di un Distretto del Cibo anche in chiave sostenibile. «In Piemonte esistono già altri Distretti, era impensabile che non ci fosse anche sul nostro territorio. Questo progetto è anche il frutto dell’impegno dei rappresentanti locali in Regione. I prodotti enogastronomici incarnano il concetto di novaresità, quello che io chiamo il ‘made in Novara’. L’abbinamento tra cibo e patrimonio culturale è un veicolo essenziale per attrarre e fidelizzare i turisti. Inoltre, il Distretto del Cibo premierà le aziende che investono in ecosostenibilità, garantendo loro finanziamenti per adeguare i processi produttivi nel rispetto dell’ambiente».
La presidente di Atl, Maria Rosa Fagnoni, ha confermato il coinvolgimento di tutta la provincia nel progetto: «Vogliamo organizzare visite guidate nelle aziende con degustazioni ed esperienze immersive, le experience, ormai irrinunciabili per i turisti che apprezzano conoscere l’anima dei prodotti locali. Il cibo è un grande attrattore turistico».
L’iter burocratico e le prospettive future
La legge regionale del 2019 prevede specifici provvedimenti attuativi. Il Distretto dovrà essere formalmente riconosciuto dalla Regione che avrà il compito di validare la proposta; la Provincia, entro 60 giorni, dovrà costituire il Distretto e iscriverlo al registro nazionale. Il piano triennale si articolerà in due macro-sezioni: l’analisi del territorio e le linee strategiche con le schede d’azione e i progetti da sviluppare. L’obiettivo è creare una rete tra i vari settori per massimizzare le opportunità offerte dal Distretto.
«La domanda di riconoscimento verrà presentata entro giugno e, se l’iter procederà senza intoppi, il Distretto sarà attivo entro l’estate. A oggi hanno già aderito circa 200 aziende, un segnale chiaro della volontà del territorio di investire in un modello di sviluppo basato sulla valorizzazione delle eccellenze locali» ha concluso il consigliere delegato al Turismo, Luigi Laterza.
Al progetto partecipano anche Camera di commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, Coldiretti e Confagricoltura.