Il comune di Novara e Amnesty hanno rinnovato il loro impegno questa mattina, 24 aprile, nei confronti della scarcerazione di Ahmad Dajalali. Nelle scorse settimane il consiglio comunale aveva approvato all’unanimità una mozione presentata dai capigruppo delle minoranze. Oggi, invece, è stato inaugurato lo striscione che rimarrà affisso a Palazzo Cabrino per chiedere anche ai cittadini di firmare la petizione per la liberazione del ricercatore iraniano condannato a morte in Iran.
«Oggi torniamo su questo tema accogliendo l’invito di Amnesty International di continuare a mantenere viva la speranza e un faro acceso su questa vicenda» ha dichiarato il sindaco Alessandro Canelli che ha aggiunto «il trattamento dell’Iran nei confronti di un cittadino iraniano e svedese, ma che noi riteniamo cittadino novarese per quanto ha fatto nel periodo in cui ha lavorato qui, è disumano. La risposta a questa situazione deve essere un’azione diplomatica a livello europeo, ma anche il comune di Novara cerca di fare la propria parte con questa iniziativa per chiedere la liberazione di una persona che avrebbe potuto dare ancora molto a questa città e alla sua famiglia».
Il prorettore dell’Università del Piemonte Orientale Gianluca Gaidano ha sottolineato «il valore scientifico di Ahmad come ricercatore nell’ambito della medicina umanitaria e dei disastri che è molto attuale. Una figura come Djalali avrebbe potuto dare ancora molto alla scienza se fosse stato libero in questi anni» e ha aggiunto «il suo caso ci porta ancora di più a ribadire un no forte, convinto e deciso alla pena di morte perché nessuno può avere la facoltà di togliere la vita a un’altra persona».
Per Amnesty è intervenuta Franca di Franco che ha ringraziato «il sindaco e l’amministrazione per aver accolto l’iniziativa di questo striscione che rappresenta il nostro pensiero per uomo innocente e il nostro impegno come attivisti» ricordando come quella di Djalali sia una «situazione gravissima che lo mette in pericolo di vita non solo per la condanna a morte che potrebbe essere eseguita in qualsiasi momento, ma anche per la sua situazione sanitaria». Anche Giuseppe De Santis, rappresentante del gruppo giovani di Amnesty Novara ha ribadito come «il nostro impegno deve essere affiancato da quello di tutti i livelli coinvolti, dal nazionale al sovranazionale, per risolvere una situazione ingiusta e di enorme sofferenza».
Per il consiglio regionale del Piemonte era presente Domenico Rossi che ha commentato l’iniziativa «lo striscione sul palazzo comunale aiuta tutte e tutti a comprendere ciò che sta accadendo nel mondo. Troppi sono i casi in cui le persone vengono usate come pedine dei governi in dinamiche di potere. Ricordando Ahmad ricordiamo anche la condizione delle tante persone detenute ingiustamente» e ha rilanciato sull’impegno a «fare mio il messaggio lanciato dalla città di Novara per non dimenticare e non abituarsi al fatto che queste cose accadano. La scelta del comune di Novara è uno stimolo per tornare a sollecitare la regione a intraprendere iniziative di sollecito ai livelli sovraordinati per cercare di risolvere una situazione che dura da troppi anni e per riportare Djalali a casa».
La raccolta firme attivata da Amnesty è consultabile cliccando qui.