A Boca per un bicchiere (raro)

La Pro Loco celebra da 49 anni un vino che da scomparso è oggi raro. Le colline dietro a Boca (No) stanno piano piano riprendendo vita: i vigneti recuperano i terrazzamenti al bosco; le case rurali vengono restaurate; trattori, escursionisti, appassionati percorrono ancora gli abbandonati tratturi… Il piccolo paesino del novarese ai confini con la Valsesia, zona Parco del Fenera per capirci meglio, sembrava destinato ad essere surclassato dal bosco, ad essere il ricordo di ciò che era stato: un paese agricolo famoso per il suo vino a base nebbiolo. Un’uva assai adatta per la coltivazione a ridosso delle montagne. 

Ma così non sembra essere. Da due o tre amatori che erano rimasti, ora ci sono tredici produttori, qualche ettaro di vigneti nuovi e poche decine di migliaia di bottiglie. Sempre poco, comunque, ma il futuro è meno fosco. Sono entrati capitali ed intelligenze da fuori che hanno certificato la bontà degli sforzi fatti a suo tempo dai pochi ostinati produttori locali: fare un grande rosso di nebbiolo con le vigne sui porfidi ed i basalti della Pangea che un antico vulcano, esplodendo e rigirandosi, ha portato in superficie. Un vino asciutto, minerale, dal bouquet delicato ma persistente. Capace di durare anni. 

Con la stessa ostinazione dei produttori, la Pro Loco di Boca celebra il suo vino da quasi 50 anni (prodotto, però, sia detto, anche in altri comuni confinanti: Maggiora, Grignasco, Cavallirio e Prato Sesia), offrendo una serie di iniziative: un banco di assaggio vini (con merenda tipica associata), con tutti i vini dei produttori: con un po’ di sforzo i dieci boca doc prodotti si possono assaggiare tutti!; cene con abbinamento, passeggiate nei vigneti. Si può dire che si tratta di un’occasione unica per gli appassionati di vino; ma anche la scusa per fare un po’ di turismo: la valsesia, il Lago d’Orta sono lì a due passi; o dell’escursionismo: sentieri nel verde non ne mancano.

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Riccardo Milan

Riccardo Milan è professore, giornalista e blogger. Lavora alla scuola alberghiera di Stresa ed è pubblicista dal 1999. Da meno, è blogger con Allappante.it. Si è occupato per anni di cultura materiale, studente, scrittore e docente: vino, birra, gastronomia, cucina per lo più tipica, storia delle tradizioni. Sommelier ed idrosommelier per diletto. Vive sul Lago d’Orta.

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A Boca per un bicchiere (raro)

La Pro Loco celebra da 49 anni un vino che da scomparso è oggi raro. Le colline dietro a Boca (No) stanno piano piano riprendendo vita: i vigneti recuperano i terrazzamenti al bosco; le case rurali vengono restaurate; trattori, escursionisti, appassionati percorrono ancora gli abbandonati tratturi… Il piccolo paesino del novarese ai confini con la Valsesia, zona Parco del Fenera per capirci meglio, sembrava destinato ad essere surclassato dal bosco, ad essere il ricordo di ciò che era stato: un paese agricolo famoso per il suo vino a base nebbiolo. Un’uva assai adatta per la coltivazione a ridosso delle montagne. 

Ma così non sembra essere. Da due o tre amatori che erano rimasti, ora ci sono tredici produttori, qualche ettaro di vigneti nuovi e poche decine di migliaia di bottiglie. Sempre poco, comunque, ma il futuro è meno fosco. Sono entrati capitali ed intelligenze da fuori che hanno certificato la bontà degli sforzi fatti a suo tempo dai pochi ostinati produttori locali: fare un grande rosso di nebbiolo con le vigne sui porfidi ed i basalti della Pangea che un antico vulcano, esplodendo e rigirandosi, ha portato in superficie. Un vino asciutto, minerale, dal bouquet delicato ma persistente. Capace di durare anni. 

Con la stessa ostinazione dei produttori, la Pro Loco di Boca celebra il suo vino da quasi 50 anni (prodotto, però, sia detto, anche in altri comuni confinanti: Maggiora, Grignasco, Cavallirio e Prato Sesia), offrendo una serie di iniziative: un banco di assaggio vini (con merenda tipica associata), con tutti i vini dei produttori: con un po’ di sforzo i dieci boca doc prodotti si possono assaggiare tutti!; cene con abbinamento, passeggiate nei vigneti. Si può dire che si tratta di un’occasione unica per gli appassionati di vino; ma anche la scusa per fare un po’ di turismo: la valsesia, il Lago d’Orta sono lì a due passi; o dell’escursionismo: sentieri nel verde non ne mancano.

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Riccardo Milan è professore, giornalista e blogger. Lavora alla scuola alberghiera di Stresa ed è pubblicista dal 1999. Da meno, è blogger con Allappante.it. Si è occupato per anni di cultura materiale, studente, scrittore e docente: vino, birra, gastronomia, cucina per lo più tipica, storia delle tradizioni. Sommelier ed idrosommelier per diletto. Vive sul Lago d’Orta.