Classifiche? Una mania dilagante

Ormai è un fiume in piena: ogni piattaforma, ogni aggregatore elettronico vuole la sua classifica: dopo Taste Atlas e dopo Tripadvisor, ora è il turno di TheFork, la piattaforma di prenotazione on line che dice la sua. La leggiamola, ma teniamo sempre presente la lezione di Valerio Visintin: dietro ad una recensione (e alle classifiche afferenti) ci può essere una marchetta. Qui, per capirci, sembra essere l’adesione al circuito di prenotazioni on line di TheFork. Comunque è una classifica curiosa che premia locali sì noti, ma non così noti e non così meritevoli, verrebbe da dire. Ma vediamo un po’.

Si legge nel post pubblicato da TheFork qui che “Per la prima volta TheFork lancia in Italia la sua Top 100, ovvero la classifica dei cento ristoranti che hanno conquistato gli utenti italiani nel 2022”. Bene. E con che parametri è stata compilata questa classifica? “La lista viene elaborata sulla base di parametri che mettono assieme il punteggio, le recensioni, le prenotazioni e le visite sulla scheda del ristorante, valutandone le performance sui dodici mesi appena passati”. Un po’ misterioso, direi. Un po’ più chiaro, meno male, l’obiettivo di detta classifica: “L’obiettivo, come da sempre in base alla mission della piattaforma, è premiare i ristoranti maggiormente apprezzati da chi prenota online e offrire spunti su dove mangiare a chi è in cerca di ispirazione”. Chiaro dunque? Se non partecipi alla piattaforma, non sari giudicato. La classifica la potete leggere anche voi, ma alcune considerazioni mie: 1) Non tutti i ristoranti appaiono nelle classifiche più blasonate: Michelin, Espresso, Top50… solo per ricordare le più note; 2) Nella mia zona c’è solo un ristorante -che non conosco- a Cameri; 3) Toscana, Lazio e Lombardia sono le regioni più rappresentate (e il Piemonte?); 4) più Roma e meno Milano, Firenze e Torino. Napoli neppure sfiorata

Che classifica è dunque? Una classifica parziale, fatta fra i ristoranti che utilizzano la piattaforma TheFork e dunque una classifica marchettara per dirlo alla Visintin, anche se credo che i ristoranti non abbiano pagato nulla. Il che vuol dire poco, però. Sembra più un premio aziendale che una classifica ben fatta. Un oggetto curioso. Legittimo ma da usare “cum grano salis”. 

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Riccardo Milan

Riccardo Milan è professore, giornalista e blogger. Lavora alla scuola alberghiera di Stresa ed è pubblicista dal 1999. Da meno, è blogger con Allappante.it. Si è occupato per anni di cultura materiale, studente, scrittore e docente: vino, birra, gastronomia, cucina per lo più tipica, storia delle tradizioni. Sommelier ed idrosommelier per diletto. Vive sul Lago d’Orta.

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Classifiche? Una mania dilagante

Ormai è un fiume in piena: ogni piattaforma, ogni aggregatore elettronico vuole la sua classifica: dopo Taste Atlas e dopo Tripadvisor, ora è il turno di TheFork, la piattaforma di prenotazione on line che dice la sua. La leggiamola, ma teniamo sempre presente la lezione di Valerio Visintin: dietro ad una recensione (e alle classifiche afferenti) ci può essere una marchetta. Qui, per capirci, sembra essere l’adesione al circuito di prenotazioni on line di TheFork. Comunque è una classifica curiosa che premia locali sì noti, ma non così noti e non così meritevoli, verrebbe da dire. Ma vediamo un po’.

Si legge nel post pubblicato da TheFork qui che “Per la prima volta TheFork lancia in Italia la sua Top 100, ovvero la classifica dei cento ristoranti che hanno conquistato gli utenti italiani nel 2022”. Bene. E con che parametri è stata compilata questa classifica? “La lista viene elaborata sulla base di parametri che mettono assieme il punteggio, le recensioni, le prenotazioni e le visite sulla scheda del ristorante, valutandone le performance sui dodici mesi appena passati”. Un po’ misterioso, direi. Un po’ più chiaro, meno male, l’obiettivo di detta classifica: “L’obiettivo, come da sempre in base alla mission della piattaforma, è premiare i ristoranti maggiormente apprezzati da chi prenota online e offrire spunti su dove mangiare a chi è in cerca di ispirazione”. Chiaro dunque? Se non partecipi alla piattaforma, non sari giudicato. La classifica la potete leggere anche voi, ma alcune considerazioni mie: 1) Non tutti i ristoranti appaiono nelle classifiche più blasonate: Michelin, Espresso, Top50… solo per ricordare le più note; 2) Nella mia zona c’è solo un ristorante -che non conosco- a Cameri; 3) Toscana, Lazio e Lombardia sono le regioni più rappresentate (e il Piemonte?); 4) più Roma e meno Milano, Firenze e Torino. Napoli neppure sfiorata

Che classifica è dunque? Una classifica parziale, fatta fra i ristoranti che utilizzano la piattaforma TheFork e dunque una classifica marchettara per dirlo alla Visintin, anche se credo che i ristoranti non abbiano pagato nulla. Il che vuol dire poco, però. Sembra più un premio aziendale che una classifica ben fatta. Un oggetto curioso. Legittimo ma da usare “cum grano salis”. 

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Riccardo Milan è professore, giornalista e blogger. Lavora alla scuola alberghiera di Stresa ed è pubblicista dal 1999. Da meno, è blogger con Allappante.it. Si è occupato per anni di cultura materiale, studente, scrittore e docente: vino, birra, gastronomia, cucina per lo più tipica, storia delle tradizioni. Sommelier ed idrosommelier per diletto. Vive sul Lago d’Orta.