Credo che il problema dell’eccessivo consumo di alcol sia da affrontare con una sana cultura edonistica. Una cultura che metta in luce storie, territori, intelligenze, profumi e sapori dei fermentati e dei distillati. Non si tratta neppure di usarli con moderazione, piuttosto di usarli con consapevolezza, anche sanitaria.
Non vi nascondo che intorno a me trovo tanti alcolizzati. Non sono più figure alla Allan Poe, anche perché i prodotti sono migliori. Comunque sono fasulli con se stessi e gli altri, sono posseduti da un’entità estranea a loro, sono una piaga sociale: lavorano poco, si ammalano spesso, creano problemi.
Per cui capisco gli irlandesi quando mettono l’etichetta di pericolo sugli alcolici. Per loro l’alcolismo è un problema e la smetterei con la chiacchiere convulse della destra italiana: “e la UE!… eh, l’Italia è sotto attacco… eh, i nostri prodotti che ci invidiano tutti…” e cose idiote così.
Poi che serva, non lo so. Ma se sei responsabile della salute pubblica qualcosa devi fare. Un po’ come scrivere “in caso d’incendio non usare l’ascensore”. Uno lucido lo sa già, ma forse uno che beve troppo non se lo ricorda…