Che tu sia un boomer te lo dice anche il gin tonic. Spiego: giovedì sera come condotta Slow Food del Verbano e del Cusio abbiamo organizzato una degustazione di gin curata da Alessandro Francoli, dell’omonima distilleria di Ghemme (No). Il retro del bar Bistratto di Omegna ha visto una quindicina di appassionati ascoltare le informazioni storiche ed aneddotiche di Alessandro e si è fatta accompagnare in un mini percorso degustativo in 5 gin.
Il relatore ha iniziato con un tradizionale ed antico prodotto britannico: il Plymouth gin, versione classica e non Navy Strength in cui la caratteristica nota di ginepro era netta… ottimo e pulito; per poi passare ad un gin, il Gin Mare, che è un po’ l’emblema della nouvelle vague dei gin moderni: aromi di macchia mediterranea che si accompagnavano e si sovrapponevano alla nota più tradizionale di ginepro… davvero buono; come contraltare simbolico del gin Mare, il gin Acqueverdi, dalla montagna valdostana con sentori di bosco, aghi di pino, aria fresca… piaciuto molto; poi è stata la volta del gin Brockmans, versione lamponi e piccoli frutti, in cui la nota tradizionale di ginepro era sostanzialmente assente… un po’ straniante (era gin o cosa?); per chiudere, omaggio al genius loci, il gin Major ottenuto con botaniche del Lago Maggiore: il tè del Lago Maggiore e gli agrumi di Cannero Riviera… ottimo pure lui!
Finita la lezione, mentre si facevano domande, ognuno preparava il suo gin tonic con la Schweppes. Anche più di uno. Il migliore fra i gin tonic era per i boomer presenti quello con il Plymouth. Il nostro gin tonic, classico. Per gli altri la scelta era fra l’Acqueverdi e il gin Mare.
Loro sono in piena nouvelle vague e non boomer come il sottoscritto