I dolci italiani non piacciono

Lo so, sono polemico. Ma questa campagna mediatica sul lusinghiero risultato italiano delle migliori cucine del mondo, combinato con la discussione sul nutri score (ci sta, legittima) e sulla “imposizione” a mangiare insetti “voluta dalla UE” mi garba poco: populismo ed ignoranza e falsità a braccetto. Per cui…

Per cui, oggi leggo la classifica sui migliori dolci europei, la 10 Best Rated EUROPEAN CAKES” di Taste Atlas, lo stesso sito della classifica in cui si celebra la cucina italiana come la migliore al mondo. O meglio la più “valutata”, ovvero che più è citata e più apprezzata dai circa trenta giornalisti di settore che collaborano con Taste Atlas. Ecco, sempre lì insomma non si cita neppure un dolce italiano fra i primi dieci d’Europa. Neppure il Tiramisù che pure fa litigare Veneto e Friuli qui da noi, ma neppure i molti altri. 

La classifica è linkata più sopra, per cui guardate pure voi di persona. Ma qui in breve segnalo che il terzo posto va ad un dolce svedese, la Kladdkaka: “One of the most popular Swedish desserts is a rich chocolate cake”; secondo posto al dolce russo “Medovik”: “a popular Russian layered honey cake consisting of honey-infused, almost biscuit-like sponges that are coated with thin layers of cream”; primo un dolce polacco, il “Sernik”: una “cheesecake from Poland, stemming from old Christian and Jewish traditions. It is made with eggs, sugar, and twaróg – a type of curd cheese that has been used in desserts for hundreds of years”.

Ok, lo so che direte: “vuoi mettere con i nostri dolci?”. Ok, ma intanto vincono loro ed immagino che qualche populista russo o polacco stia ora sbandierando questo come segno di superiorità culturale o come vessillo polemico anti EU…

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Riccardo Milan

Riccardo Milan è professore, giornalista e blogger. Lavora alla scuola alberghiera di Stresa ed è pubblicista dal 1999. Da meno, è blogger con Allappante.it. Si è occupato per anni di cultura materiale, studente, scrittore e docente: vino, birra, gastronomia, cucina per lo più tipica, storia delle tradizioni. Sommelier ed idrosommelier per diletto. Vive sul Lago d’Orta.

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I dolci italiani non piacciono

Lo so, sono polemico. Ma questa campagna mediatica sul lusinghiero risultato italiano delle migliori cucine del mondo, combinato con la discussione sul nutri score (ci sta, legittima) e sulla “imposizione” a mangiare insetti “voluta dalla UE” mi garba poco: populismo ed ignoranza e falsità a braccetto. Per cui…

Per cui, oggi leggo la classifica sui migliori dolci europei, la 10 Best Rated EUROPEAN CAKES” di Taste Atlas, lo stesso sito della classifica in cui si celebra la cucina italiana come la migliore al mondo. O meglio la più “valutata”, ovvero che più è citata e più apprezzata dai circa trenta giornalisti di settore che collaborano con Taste Atlas. Ecco, sempre lì insomma non si cita neppure un dolce italiano fra i primi dieci d’Europa. Neppure il Tiramisù che pure fa litigare Veneto e Friuli qui da noi, ma neppure i molti altri. 

La classifica è linkata più sopra, per cui guardate pure voi di persona. Ma qui in breve segnalo che il terzo posto va ad un dolce svedese, la Kladdkaka: “One of the most popular Swedish desserts is a rich chocolate cake”; secondo posto al dolce russo “Medovik”: “a popular Russian layered honey cake consisting of honey-infused, almost biscuit-like sponges that are coated with thin layers of cream”; primo un dolce polacco, il “Sernik”: una “cheesecake from Poland, stemming from old Christian and Jewish traditions. It is made with eggs, sugar, and twaróg – a type of curd cheese that has been used in desserts for hundreds of years”.

Ok, lo so che direte: “vuoi mettere con i nostri dolci?”. Ok, ma intanto vincono loro ed immagino che qualche populista russo o polacco stia ora sbandierando questo come segno di superiorità culturale o come vessillo polemico anti EU…

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Riccardo Milan è professore, giornalista e blogger. Lavora alla scuola alberghiera di Stresa ed è pubblicista dal 1999. Da meno, è blogger con Allappante.it. Si è occupato per anni di cultura materiale, studente, scrittore e docente: vino, birra, gastronomia, cucina per lo più tipica, storia delle tradizioni. Sommelier ed idrosommelier per diletto. Vive sul Lago d’Orta.