Gli italiani sono distratti e anche un poco “gnorri”. Continuo a sentire storie mal raccontate e mal dette. Tipo quella della bresaola valtellinese fatta con la carne di zebù. Tu ascolti e poi sussulti: zebù! Africa! Prodotti tipici!? e poi vai oltre senza approfondire, pronto a ripetere pappagallescamente la storiella.
Basterebbe poco però per capire che non c’è nulla di scandaloso. Lo zebù è un bovino, anche se detto così sembra altro. La bresaola è un prodotto tipico, sì, ma ha solo la certificazione igp: dunque si tutela la tradizionale lavorazione delle carni e non la provenienza delle stesse. Per una così grande produzione non basterebbero comunque i bovini della provincia di Sondrio e lo zebù va bene al pari di bovini irlandesi, argentini, brasiliani… e poi il costo della materia prima è parte importante del costo complessivo: se si vuole una bresaola alla portata di molti, si deve cercare la materia prima dove costa meno. Si trova in rete anche il disciplinare che recita: “Art. 2. Zona di produzione La «Bresaola della Valtellina» viene elaborata nella tradizionale zona di produzione che comprende l’intero territorio della provincia di Sondrio. Art. 3. Materie prime La «Bresaola della Valtellina» è prodotta esclusivamente con carne ricavata dalle cosce di bovino dell’età compresa fra i 18 mesi e i quattro anni”. Ecco, nessun accenno alla provenienza delle carni. E lo zebù è un bovino. Dove è lo scandalo?