Non è il primo e nemmeno l’ultimo. Però non hanno coscienza di sé: si tratta dei cuochi postmoderni. Una grande massa di professionisti che utilizza tecniche nuove per fare i piatti della tradizione (che poi non lo sono più in senso filologico).
L’ultimo nel tempo l’ho incontrato a L’Orto in Cucina a Novara, cena carnea organizzata da Slow Food Novara, alla corte del giovane cuoco Giovanni Ruggieri, da Sillavengo. Una serata di cucina tradizionale realizzata e presentata però con grande modernità: il risotto era ben sgranato, il maialino cotto a bassa temperatura, i fiori edibili coloravano i piatti, bel bilanciamento fra nutrienti… insomma, puro postmodernismo culinario.
Lo ha poi detto lui stesso, rileggo gli appunti sulla tovaglietta, “estrema semplicità con tecniche stellate”. Un po’ come rifare la cascina del nonno coi pannelli solari, coibentazione e wifi…