Con Assa nuovi punti di raccolta degli oli esausti

Sono posizionati nelle pertinenze di quattro supermercati: al Conad di Pernate, al Conad di Via Beltrami, al Carrefour di Corso Risorgimento e al Carrefour di Via Gnifetti

La raccolta degli oli esausti a Novara è in continua crescita, sia nei quantitativi totali sia per quanto riguarda i nuovi punti di raccolta aperti in città. Il protocollo tra il Conoe, Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti, e la Regione Piemonte promosso da Legambiente e sottoscritto a Novara nel giugno 2020 sta portando i primi frutti.

I nuovi punti di raccolta, in cui i cittadini possono conferire l’olio usato domestico da cucina, sono posizionati nelle pertinenze di quattro supermercati: al Conad di Pernate, al Conad di Via Beltrami, al Carrefour di Corso Risorgimento e al Carrefour di Via Gnifetti.

“Dal 2015, quando vi era un unico punto di raccolta presso l’isola ecologica di via Sforzesca, a oggi si sono fatti molti passi in avanti: nel 2015 erano 5700 i kg raccolti, nel 2019 11.935 pari a kg 0,11 kg/ab e nel 2020 14.315 kg pari a 0,14 kg/ab con un aumento del 19% rispetto all’anno precedente.

Ad agosto 2021 sono già stati raccolti 11.185 kg.

“Attualmente sono quattordici i punti di raccolta – specifica il direttore generale di Assa, Alessandro Battaglino – due nelle isole Isole Ecologiche di Via Sforzesca e Via Delle Rosette, uno al Mercato coperto di Viale Dante, nove nei supermercati (U2 di Corso 23 Marzo e di Viale Umbria, alla Conad di Via Biandrate e ai supermercati Tigros di Via Casorati e Via Monte San Gabriele) e due in stabilimenti privati.

“Portare il proprio olio alimentare di scarto a punti di raccolta non solo è molto semplice – basta, infatti, raccogliere a casa l’olio mettendolo in una qualsiasi bottiglia di plastica pulita conferendola nell’apposito raccoglitore – ma è un gesto che fa bene all’ambiente”, prosegue Battaglino.

Lo smaltimento non corretto dell’olio vegetale esausto può, infatti, produrre il malfunzionamento degli impianti di depurazione delle acque e l’inquinamento di fiumi, mari e bacini idrici facendo incrementare i costi per la depurazione delle acque.

L’olio esausto, infatti, crea una superficiale pellicola che impedisce l’ossigenazione dell’acqua e compromette l’esistenza di flora e fauna. In più, l’olio esausto ostacola la penetrazione in profondità dei raggi solari danneggiando drasticamente l’ambiente marino e la vita in acqua. Basta infatti un kg di olio vegetale esausto a inquinare una superficie d’acqua di 1.000 m2. Se invece smaltiti nella rete fognaria, come spesso avviene nell’utilizzo domestico, gli oli vegetali esausti pregiudicano il buon funzionamento della rete stessa intasando condutture e depuratori: la depurazione delle acque inquinate da questo rifiuto richiede costi quantificabili in 1,10 € al kg.

Una volta raccolto, l’olio vegetale esausto è utilizzato per produrre bio­diesel o altri materiali: secondo il Decreto Ministeriale n. 186 del 5 febbraio 1998 e successive modifiche, quest’olio è utilizzabile per attività e prodotti di recupero come l’industria saponiera, i tensioattivi (con l’uso della glicerina prodotta dalla reazione chimica at­traverso la quale si arriva comunque al biodiesel), i materiali grassi e i prodotti per l’edilizia, tramite un processo chimico chiamato “rigenerazione”.

Basti pensare che mediante 100 kg di olio esausto si possono ricavare circa 65 kg di olio lubrificante base rigenerato (circa il 25% del mercato complessivo degli oli base lubrificanti è costituito da basi rigenerate) e 20/25 gr di biodiesel.

“Il prossimo passo – conclude Battaglino – sarà quello di partire con la raccolta in alcuni condomini della città, i cui amministratori in modo lungimirante hanno dato la disponibilità a posizionare i contenitori in apposti spazi. In questo modo i quantitativi raccolti non potranno che aumentare facendo diventare Novara sempre più virtuosa anche per questa frazione di rifiuti”.

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Sono posizionati nelle pertinenze di quattro supermercati: al Conad di Pernate, al Conad di Via Beltrami, al Carrefour di Corso Risorgimento e al Carrefour di Via Gnifetti

La raccolta degli oli esausti a Novara è in continua crescita, sia nei quantitativi totali sia per quanto riguarda i nuovi punti di raccolta aperti in città. Il protocollo tra il Conoe, Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti, e la Regione Piemonte promosso da Legambiente e sottoscritto a Novara nel giugno 2020 sta portando i primi frutti.

I nuovi punti di raccolta, in cui i cittadini possono conferire l’olio usato domestico da cucina, sono posizionati nelle pertinenze di quattro supermercati: al Conad di Pernate, al Conad di Via Beltrami, al Carrefour di Corso Risorgimento e al Carrefour di Via Gnifetti.

“Dal 2015, quando vi era un unico punto di raccolta presso l’isola ecologica di via Sforzesca, a oggi si sono fatti molti passi in avanti: nel 2015 erano 5700 i kg raccolti, nel 2019 11.935 pari a kg 0,11 kg/ab e nel 2020 14.315 kg pari a 0,14 kg/ab con un aumento del 19% rispetto all’anno precedente.

Ad agosto 2021 sono già stati raccolti 11.185 kg.

“Attualmente sono quattordici i punti di raccolta - specifica il direttore generale di Assa, Alessandro Battaglino - due nelle isole Isole Ecologiche di Via Sforzesca e Via Delle Rosette, uno al Mercato coperto di Viale Dante, nove nei supermercati (U2 di Corso 23 Marzo e di Viale Umbria, alla Conad di Via Biandrate e ai supermercati Tigros di Via Casorati e Via Monte San Gabriele) e due in stabilimenti privati.

“Portare il proprio olio alimentare di scarto a punti di raccolta non solo è molto semplice - basta, infatti, raccogliere a casa l’olio mettendolo in una qualsiasi bottiglia di plastica pulita conferendola nell’apposito raccoglitore – ma è un gesto che fa bene all’ambiente”, prosegue Battaglino.

Lo smaltimento non corretto dell’olio vegetale esausto può, infatti, produrre il malfunzionamento degli impianti di depurazione delle acque e l’inquinamento di fiumi, mari e bacini idrici facendo incrementare i costi per la depurazione delle acque.

L’olio esausto, infatti, crea una superficiale pellicola che impedisce l’ossigenazione dell’acqua e compromette l’esistenza di flora e fauna. In più, l’olio esausto ostacola la penetrazione in profondità dei raggi solari danneggiando drasticamente l’ambiente marino e la vita in acqua. Basta infatti un kg di olio vegetale esausto a inquinare una superficie d’acqua di 1.000 m2. Se invece smaltiti nella rete fognaria, come spesso avviene nell’utilizzo domestico, gli oli vegetali esausti pregiudicano il buon funzionamento della rete stessa intasando condutture e depuratori: la depurazione delle acque inquinate da questo rifiuto richiede costi quantificabili in 1,10 € al kg.

Una volta raccolto, l’olio vegetale esausto è utilizzato per produrre bio­diesel o altri materiali: secondo il Decreto Ministeriale n. 186 del 5 febbraio 1998 e successive modifiche, quest’olio è utilizzabile per attività e prodotti di recupero come l’industria saponiera, i tensioattivi (con l’uso della glicerina prodotta dalla reazione chimica at­traverso la quale si arriva comunque al biodiesel), i materiali grassi e i prodotti per l’edilizia, tramite un processo chimico chiamato “rigenerazione”.

Basti pensare che mediante 100 kg di olio esausto si possono ricavare circa 65 kg di olio lubrificante base rigenerato (circa il 25% del mercato complessivo degli oli base lubrificanti è costituito da basi rigenerate) e 20/25 gr di biodiesel.

“Il prossimo passo – conclude Battaglino – sarà quello di partire con la raccolta in alcuni condomini della città, i cui amministratori in modo lungimirante hanno dato la disponibilità a posizionare i contenitori in apposti spazi. In questo modo i quantitativi raccolti non potranno che aumentare facendo diventare Novara sempre più virtuosa anche per questa frazione di rifiuti”.

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