La grande siccità colpisce il novarese. Negli ultimi giorni, solo nei territorio di Novara e Vco, sono stati effettuati 1080 interventi di fornitura di acqua potabile. Interventi per mezzo di autobotti che hanno avuto un costo di circa 211 mila euro. In tutto il Piemonte, infatti, le aree più critiche sono quelle nelle province Novara e Verbania oltre a Biella e Vercelli. Dati allarmanti se si pensa che, in una nota diramata dalla Regione, Acqua Novara «segnala l’impossibilità di garantire, per taluni sistemi acquedottistici, standard di qualità comportando la richiesta di emissione di ordinanze di non potabilità e di potabilità previa bollitura dell’acqua. Per far fronte alla crisi, sono stati alimentati serbatoi mediante autobotti, sono state effettuate chiusure delle reti nelle ore notturne, effettuati collegamenti a fonti di emungimento supplettive normalmente non in uso».
In particolare «i comuni interessati dagli interventi sono Bee, San Bernardino Verbano, Macugnaga, Piedimulera e Trareggo Viggiona. Le falde si stanno abbassando anche nei comuni di Invorio, Colazza, Borgomanero, Fontaneto d’Agogna e Cressa».
«Siamo pronti a chiedere lo stato di calamità naturale alla protezione civile per l’uso idropotabile dell’acqua – dichiara l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati -. La mancanza di neve, la scarsità di piogge e le temperature alte stanno creando seri problemi in maniera oramai diffusa in tutto il piemonte. Continuamo a monitorare la situazione passo passo ma siamo molto preoccupati. É molto probabile che fra qualche settimana si passi dal livello arancione di allerta a quello rosso con gravi danni al settore agricolo e al serio rischio di problemi per approvvigionamento dell’acqua per uso idropotabile. Le scorte in montagna sono destinate ad esaurirsi presto. É necessario da parte di tutti fare un uso molto parsimonioso dell’acqua».