Treni a idrogeno, la sperimentazione europea parte dal Piemonte

Il Piemonte è stato scelto fra tredici regioni europee per guidare una sperimentazione internazionale che porterà in Italia i treni alimentati a idrogeno. Una strada già percorsa dal 2018 in Germania e presto in Francia, nella regione Auvergne-Rhône-Alpes, prima collaboratrice del Piemonte per il nuovo progetto.

La notizia è stata data dall’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati: «Siamo il primo produttore europeo di motori a idrogeno che vengono prodotti dalla Alstom di Savigliano e venduti alla Germania. I treni sono già pronti e l’azienda ci ha garantito che è anche possibile convertire quelli esistenti con la tecnologia a idrogeno. Il progetto è ambizioso e si parte dal treno per poi creare una più ampia filiera che passa dai veicoli su gomma, già esistenti, e arriva fino al riscaldamento. Stiamo lavorando anche nella direzione di ottenere fondi extra, oltre a quelli già in programma, per la sperimentazione e la produzione che devono essere green al 100%».

 

 

Questo a immagine e somiglianza di ciò che sta già succedendo a Lione «dove – prosegue Marnati – ci sono distributori di idrogeno che lo producono in loco. Questo permetterà, in futuro, di non essere più vincolati dall’obbligo di importazione di combustibile, ma di auto produrre carburante naturale a impatto zero, nonostante venga richiesta un grande quantità di energia».

La nostra regione è anche a capo del team europeo che studia l’idrogeno come combustibile a impatto zero nel campo della mobilità e ha come obiettivo non solo quello di sfruttare l’idrogeno come carburante, ma anche di creare una vera e propria economia. Nel gruppo di lavoro è coinvolto anche il Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino, che farà parte del gruppo di lavoro formato d ricercatori dell’Università di Torino, del Politecnico e del Polo d’innovazione Clever (uno dei sette poli di innovazione della Regione Piemonte)

Proprio su questo argomento oggi e domani, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio, l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi, sarà a Parigi ad “Hyvolution”, la due giorni internazionale sull’idrogeno, l’energia e la mobilità sostenibile dove presenterà il progetto.

Che cos’è la mobilità a idrogeno
I treni a idrogeno funzionano, primi al mondo, dal 2018 sulla tratta Cuxhaven-Bremerhaven-Bremervörde-Buxtehude (160 chilometri circa) in Germania, regione della Bassa Sassonia: una linea interamente non elettrificata, prima percorsa da convogli diesel. I nuovi treni sono prodotti dalla francese Alstom (che fa i motori a Savigliano) e il progetto tedesco, allargato ad altre quattro regioni, vede un preliminare d’acquisto di 50 convogli. Altri tre treni sono stati ordinati in Auvergne-Rhône-Alpes, per metterli su rotaia fra Clermont e Lione nel 2022. Già a Clermont vi è la presenza di un paio di stazioni di servizio a idrogeno, con l’ambizione di vedere su strada un migliaio di veicoli a idrogeno.

In Italia sul fronte mobilità a idrogeno, centri d’eccellenza piemontesi a parte, è in fase avanzata il Sud Tirolo: a Bolzano è aperto un distributore di idrogeno (3 minuti il tempo di rifornimento di un’auto) e presto ne aprirà un altro a Merano. Al momento servono per alimentare i 12 autobus in circolazione del capoluogo, destinati a diventare 30 entro la fine dell’anno.

Tre autobus elettrici alimentati a idrogeno sono in funzione anche a Milano (linea 84 ATM) mentre proprio i centri di ricerca piemontesi stanno studiando la realizzazione di vaporetti per Venezia.

Sul fronte treni le Ferrovie dello Stato stanno avviando sperimentazioni in Toscana e in Trentino, su tratte in parte elettrificate, prevedendo treni ad alimentazione mista elettrico-idrogeno.

Ciò è possibile perché i veicoli a idrogeno hanno un motore elettrico, alimentato da una cella a combustibile (fuel cell) in grado di produrre, con una reazione elettrochimica, l’elettricità necessaria alla trazione. Rispetto alle auto elettriche già presenti sul mercato e che ricevono elettricità da una batteria al litio, le celle a idrogeno consentono una percorrenza molto più elevata prima del successivo rifornimento. Il treno Coradia iLint di Alstom percorre con un “pieno” tra i 600 e gli 800 chilometri con una velocità massima di 140 km/h. E, soprattutto, il “gas di scarico” è semplice vapore acqueo e il movimento è praticamente silenzioso.

Per contro vi sono i costi elevatissimi per la realizzazione dei distributori di idrogeno (quello di Bolzano è costato 11 milioni di euro e in Italia ne sono in funzione tre) mentre solo poche case automobilistiche (la più nota è Hyundai) hanno avviato produzioni in serie di veicoli.

L’idrogeno è l’elemento più abbondante in natura, in particolare nell’acqua da cui si può produrre, anche se industrialmente (a motivo dei costi) ed è quasi totalmente ricavato da idrocarburi, in parte come sottoprodotto di processi petrolchimici.

Un quadro che mostra come innovazione e ricerca in questo settore hanno ancora ampio spazio e il Piemonte si trova a giocare un ruolo importante per una prospettiva di trasporto, anzitutto pubblico ma anche privato, che possa essere totalmente green.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Treni a idrogeno, la sperimentazione europea parte dal Piemonte

Il Piemonte è stato scelto fra tredici regioni europee per guidare una sperimentazione internazionale che porterà in Italia i treni alimentati a idrogeno. Una strada già percorsa dal 2018 in Germania e presto in Francia, nella regione Auvergne-Rhône-Alpes, prima collaboratrice del Piemonte per il nuovo progetto. La notizia è stata data dall’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati: «Siamo il primo produttore europeo di motori a idrogeno che vengono prodotti dalla Alstom di Savigliano e venduti alla Germania. I treni sono già pronti e l'azienda ci ha garantito che è anche possibile convertire quelli esistenti con la tecnologia a idrogeno. Il progetto è ambizioso e si parte dal treno per poi creare una più ampia filiera che passa dai veicoli su gomma, già esistenti, e arriva fino al riscaldamento. Stiamo lavorando anche nella direzione di ottenere fondi extra, oltre a quelli già in programma, per la sperimentazione e la produzione che devono essere green al 100%».     Questo a immagine e somiglianza di ciò che sta già succedendo a Lione «dove - prosegue Marnati - ci sono distributori di idrogeno che lo producono in loco. Questo permetterà, in futuro, di non essere più vincolati dall'obbligo di importazione di combustibile, ma di auto produrre carburante naturale a impatto zero, nonostante venga richiesta un grande quantità di energia». La nostra regione è anche a capo del team europeo che studia l’idrogeno come combustibile a impatto zero nel campo della mobilità e ha come obiettivo non solo quello di sfruttare l'idrogeno come carburante, ma anche di creare una vera e propria economia. Nel gruppo di lavoro è coinvolto anche il Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino, che farà parte del gruppo di lavoro formato d ricercatori dell’Università di Torino, del Politecnico e del Polo d’innovazione Clever (uno dei sette poli di innovazione della Regione Piemonte) Proprio su questo argomento oggi e domani, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio, l'assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi, sarà a Parigi ad "Hyvolution", la due giorni internazionale sull'idrogeno, l'energia e la mobilità sostenibile dove presenterà il progetto. Che cos'è la mobilità a idrogeno I treni a idrogeno funzionano, primi al mondo, dal 2018 sulla tratta Cuxhaven-Bremerhaven-Bremervörde-Buxtehude (160 chilometri circa) in Germania, regione della Bassa Sassonia: una linea interamente non elettrificata, prima percorsa da convogli diesel. I nuovi treni sono prodotti dalla francese Alstom (che fa i motori a Savigliano) e il progetto tedesco, allargato ad altre quattro regioni, vede un preliminare d’acquisto di 50 convogli. Altri tre treni sono stati ordinati in Auvergne-Rhône-Alpes, per metterli su rotaia fra Clermont e Lione nel 2022. Già a Clermont vi è la presenza di un paio di stazioni di servizio a idrogeno, con l’ambizione di vedere su strada un migliaio di veicoli a idrogeno. In Italia sul fronte mobilità a idrogeno, centri d’eccellenza piemontesi a parte, è in fase avanzata il Sud Tirolo: a Bolzano è aperto un distributore di idrogeno (3 minuti il tempo di rifornimento di un’auto) e presto ne aprirà un altro a Merano. Al momento servono per alimentare i 12 autobus in circolazione del capoluogo, destinati a diventare 30 entro la fine dell’anno. Tre autobus elettrici alimentati a idrogeno sono in funzione anche a Milano (linea 84 ATM) mentre proprio i centri di ricerca piemontesi stanno studiando la realizzazione di vaporetti per Venezia. Sul fronte treni le Ferrovie dello Stato stanno avviando sperimentazioni in Toscana e in Trentino, su tratte in parte elettrificate, prevedendo treni ad alimentazione mista elettrico-idrogeno. Ciò è possibile perché i veicoli a idrogeno hanno un motore elettrico, alimentato da una cella a combustibile (fuel cell) in grado di produrre, con una reazione elettrochimica, l’elettricità necessaria alla trazione. Rispetto alle auto elettriche già presenti sul mercato e che ricevono elettricità da una batteria al litio, le celle a idrogeno consentono una percorrenza molto più elevata prima del successivo rifornimento. Il treno Coradia iLint di Alstom percorre con un “pieno” tra i 600 e gli 800 chilometri con una velocità massima di 140 km/h. E, soprattutto, il “gas di scarico” è semplice vapore acqueo e il movimento è praticamente silenzioso. Per contro vi sono i costi elevatissimi per la realizzazione dei distributori di idrogeno (quello di Bolzano è costato 11 milioni di euro e in Italia ne sono in funzione tre) mentre solo poche case automobilistiche (la più nota è Hyundai) hanno avviato produzioni in serie di veicoli. L’idrogeno è l’elemento più abbondante in natura, in particolare nell’acqua da cui si può produrre, anche se industrialmente (a motivo dei costi) ed è quasi totalmente ricavato da idrocarburi, in parte come sottoprodotto di processi petrolchimici. Un quadro che mostra come innovazione e ricerca in questo settore hanno ancora ampio spazio e il Piemonte si trova a giocare un ruolo importante per una prospettiva di trasporto, anzitutto pubblico ma anche privato, che possa essere totalmente green.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore