“Un albero per la salute” è il nome del progetto nazionale che prevede la donazione e la messa a dimora negli ospedali italiani di nuovi alberi, nato dall’iniziativa dei Carabinieri – Raggruppamento Biodiversità – in collaborazione con la Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti (Fadoi). L’iniziativa è arrivata anche a Novara e all’ingresso dell’ospedale Maggiore sono stati piantumati due alberi, una talea e un pero selvatico.
Ogni pianta potrà essere geolocalizzata fotografando uno speciale cartellino e sarà possibile seguirne la crescita sul web, monitorando in tempo reale anche il risparmio di anidride carbonica.
«Il nostro ospedale ha della flora antiquata, motivo per cui queste piante troveranno collocazione all’interno della vecchia e nuova struttura ospedaliera» ha detto Gianfranco Zulian, direttore generale del Maggiore, durante la presentazione di questa mattina, 4 ottobre.
Come anticipato, “Un albero per la salute” è un progetto di valenza nazionale: «Sono coinvolti 31 ospedali in tutta Italia – ha spiegato Mauro Campanini, primario di Medicina 2 – Le piante sono vita e combattono le emissioni di CO2, per le quali anche noi dell’ambiente sanitario abbiamo delle responsabilità e dobbiamo impegnarci nel contrastarle».
Il prefetto Francesco Garsia e il questore Alessandra Faranda Cordella hanno invece sottolineato il valore e il significato di questo progetto per la società: «Parliamo di un’iniziativa interessante che arriva in una fase storica in cui si parla tantissimo di ambiente e tutela della biodiversità. Oggi siamo qui numerosi perché ogni cosa che sia importante per la comunità ci vede tutti insieme, per rendere la società più sana e sicura».
«Questo progetto ha valenza educativa perché può coinvolgere anche i più giovani, insegnando loro la coscienza ecologica» sono le parole del colonnello Emilio Palmieri, comandante dei Carabinieri di Novara, con il tenente colonnello Alberto Veracini, dell’Arma dei Carabinieri Biodiversità di Pieve Santo Stefano che ne ha spiegato i dettagli: «L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Un albero per il futuro” che portiamo avanti da tre anni. Perseguire un reato ambientale è doveroso ma oggi ci stiamo attrezzando per prevenirlo».