Migliorare i sistemi di gestione e di distribuzione delle risorse idriche, adeguare le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, diminuire gli inquinanti nelle acque e ridurre le emissioni in atmosfera. Sono questi i principi cardine sui quali si basa il “Protocollo d’intesa per la coltivazione del riso”, sottoscritto al Castello di Novara, che impegna enti pubblici e privati delle aree a vocazione risicola di Piemonte – territori delle province di Novara, Alessandria, Biella e Vercelli – e Lombardia, con le province di Milano e Pavia, al reciproco scambio di informazioni utili al raggiungimento delle finalità prefissate.
La coltivazione del riso in queste aree ha determinato le condizioni per lo sviluppo di una estesa rete di infrastrutture per il trasporto e la distribuzione delle acque ed ha creato un ambiente omogeneo, peculiare della pianura padana nordoccidentale, costituendo un “unicum” dal punto di vista ambientale, paesaggistico, idrogeologico, economico, storico – culturale e identitario.
Sui cambiamenti climatici e sulla crisi idrica, problemi oggi più che mai evidenti, ha puntato l’attenzione l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Matteo Marnati: «La strada maestra da perseguire sia quella di preservare la risorsa idrica e di lavorare insieme, facendo squadra e mettendo in rete analisi e dati per coordinare un’area vasta e abbracciare un modo nuovo di condividere azioni comuni. Il protocollo getta inoltre le basi per coordinare nell’area risicola gli interventi delle Regioni finalizzandoli alla tutela dell’ambiente attraverso la riduzione degli inquinanti e alla razionalizzazione dell’uso della risorsa idrica per garantire la piena integrazione tra le esigenze produttive e quella di tutela ambientale».
«Un protocollo che va nella direzione della tutela dei territori a vocazione risicola – ha evidenziato l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa – e quindi a sostenere un comparto primario dell’agricoltura piemontese, che si caratterizza per la qualità del prodotto riso made in Italy, e che va ad aggiungersi allo stanziamento finanziario della Regione Piemonte di 2 milioni e 450 mila euro a sostegno dei consorzi ed enti di bonifica ed irrigui per la progettazione di infrastrutture dedicate all’approvvigionamento e alla gestione sostenibile delle risorse idriche in Piemonte».
L’importanza della ricerca per far fronte ai cambiamenti climatici e la necessità di politiche integrate e sovraregionali sono stati i temi trattati dall’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi: «È urgente tutelare e promuovere la risicoltura della pianura padana sia in chiave economica che ambientale. Per l’assessore lombardo il documento sottoscritto a Novara rappresenta un punto di svolta perché rende ufficiale e istituzionale il lavoro tra le più importanti regioni risicole d’Europa, i consorzi di bonifica, l’autorità di bacino e l’Ente risi. Un doppio binario tecnico e politico per definire obiettivi e percorsi per raggiungerli».
Un documento che, per il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, rafforza ancora di più l’intesa tra regioni, ente risi e istituzioni legate alla distribuzione della risorsa idrica: «Sono convinto che solo un lavoro in totale sinergia e condivisione potrà far superare le criticità del settore oggi, come nel passato».
Il protocollo è stato sottoscritto da Regione Piemonte, Regione Lombardia, Autorità di Distretto del Bacino del Fiume Po, Ente nazionale Risi, Consorzio d’Irrigazione Ovest Sesia, Consorzio di Bonifica della Baraggia biellese e vercellese, Associazione d’Irrigazione Est Sesia, Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi.