E’ un poeta che esita quello che inizia il canto XX dell’Inferno, perché ancora una volta si trova di fronte alle contraddizioni, alla disperazione e vulnerabilità umane: “Di nova pena mi conven far versi”; ed è un uomo che piange per compassione quello che scorge “gente per lo vallon tondo / venir, tacendo e lagrimando, travolto / ciascun tra’l mento e ‘l principio del casso”: i dannati avanzano lenti in cerchio nella quarta bolgia, piangendo inutilmente, in silenzio e deformati nel corpo, con il collo ritorto così che il volto è girato verso le reni e sono costretti a procedere a ritroso.

E’ la pena di maghi, indovini, fattucchiere e astrologi, che guardano indietro per aver voluto guardare avanti più di quanto fosse lecito; in silenzio, per aver svelato ciò che dovevano tacere; ma soprattutto stravolti perché la loro anima, posseduta dal demonio e indirizzata ad una frode meschina, ha rotto l’ordine naturale, e perciò hanno perduto per sempre l’armonica bellezza e la nobiltà dell’immagine umana.

Come sempre la pietà non va disgiunta dal rigore della condanna, ma qui entrano anche altri fattori: la consuetudine di Dante con gli autori classici, ricchi di suggestioni magiche; il fascino esercitato dall’astrologia e dalla divinazione, un sapere antico legato a rituali religiosi e funebri; la credenza medievale degli influssi celesti sul destino umano, che pur non compromette il libero arbitrio; il tono profetico della “Commedia” a cui è affidato il messaggio di rigenerazione e salvezza e la predizione dell’esilio; e la fama di mago e alchimista che lo stesso poeta ha alimentato in virtù del suo vasto sapere e del suo viaggio ultraterreno.

Insieme a lui, a guidarlo in questo viaggio c’è Virgilio, un altro grande saggio che il Medioevo riteneva un mago o, nella migliore delle ipotesi, profeta della venuta di Cristo; il poeta latino dice di essere già sceso nell’inferno, quando la maga Erittone ha evocato la sua anima; nell’”Eneide” parla a sua volta dell’indovina Manto, fondatrice della sua città natale.

Come risolvere le contraddizioni? Come conciliare pietà e suggestioni con la presunzione di poter prevedere e dominare il corso degli eventi disconoscendo i limiti posti da Dio?

Ci pensa proprio Virgilio, indignato dalle lacrime di Dante, a cui si rivolge chiedendogli: “Ancor se’ tu de li altri sciocchi?”

La pietà del cristiano ha senso se non diventa impulsiva compassione e accetta il volere imperscrutabile di Dio: “Qui vive la pietà, quand’è ben morta”

Gli mostra Anfiarao, uno dei mitici sette re che mosse guerra a Tebe e aveva previsto la propria morte in battaglia; Tiresia, “che di maschio femmina divenne, cangiandosi le membra tutte quante”, cieco in cambio del dono della profezia. E finisce per ritrattare l’origine della sua Mantova, negando che sia stata fondata da una indovina, ma solo dopo la morte di questa, e pregando Dante di correggere la versione da lui fornita a suo tempo. Nella sua funzione di guida razionale non può non prendere le distanze dalla magia e credere in una Storia fatta da uomini illuminati dal volere divino e costruttori di civiltà.

L’atmosfera del canto è rischiarata dalle immagini di un’Italia bella, dove “giace un laco, a piè de l’Alpe…c’ha nome Benaco… e fassi fiume giù per verdi paschi”, e dalla luce della luna che sembra davvero illuminare la via da seguire, qui volutamente definita “Caino e le spine” dato che l’umana credulità vede nelle macchie lunari la figura di Caino che reca sulle spalle un fascio di spine.

Noi azzardiamo un salto in avanti, dove l’inferno di Dante diventa contemporaneità, nel bel mezzo di una crisi nera e nell’incertezza del futuro; dove a 200€ puoi avere un amuleto trova – lavoro, a 300€ un rito propiziatorio che garantisce un anno di salute e di amore sereno. Se vi vergognate di consultare una cartomante in presenza, trovate le consulenze astrali online.

Da quando un’altra Madonna Vanna scioglieva il sale in tv, i sensitivi si sono messi al passo con i tempi e offrono applicazioni per tablet e smartphone, garanzia di anonimato in internet, talismani ordinabili con prepagata e ricaricabili.

[Immagine: da “L’inferno di Dante” illustrato da Paolo Barbieri. Bonelli Editore, 2021]

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Vedo, prevedo, intasco

E’ un poeta che esita quello che inizia il canto XX dell’Inferno, perché ancora una volta si trova di fronte alle contraddizioni, alla disperazione e vulnerabilità umane: “Di nova pena mi conven far versi”; ed è un uomo che piange per compassione quello che scorge “gente per lo vallon tondo / venir, tacendo e lagrimando, travolto / ciascun tra’l mento e ‘l principio del casso”: i dannati avanzano lenti in cerchio nella quarta bolgia, piangendo inutilmente, in silenzio e deformati nel corpo, con il collo ritorto così che il volto è girato verso le reni e sono costretti a procedere a ritroso.

E’ la pena di maghi, indovini, fattucchiere e astrologi, che guardano indietro per aver voluto guardare avanti più di quanto fosse lecito; in silenzio, per aver svelato ciò che dovevano tacere; ma soprattutto stravolti perché la loro anima, posseduta dal demonio e indirizzata ad una frode meschina, ha rotto l’ordine naturale, e perciò hanno perduto per sempre l’armonica bellezza e la nobiltà dell’immagine umana.

Come sempre la pietà non va disgiunta dal rigore della condanna, ma qui entrano anche altri fattori: la consuetudine di Dante con gli autori classici, ricchi di suggestioni magiche; il fascino esercitato dall’astrologia e dalla divinazione, un sapere antico legato a rituali religiosi e funebri; la credenza medievale degli influssi celesti sul destino umano, che pur non compromette il libero arbitrio; il tono profetico della “Commedia” a cui è affidato il messaggio di rigenerazione e salvezza e la predizione dell’esilio; e la fama di mago e alchimista che lo stesso poeta ha alimentato in virtù del suo vasto sapere e del suo viaggio ultraterreno.

Insieme a lui, a guidarlo in questo viaggio c’è Virgilio, un altro grande saggio che il Medioevo riteneva un mago o, nella migliore delle ipotesi, profeta della venuta di Cristo; il poeta latino dice di essere già sceso nell’inferno, quando la maga Erittone ha evocato la sua anima; nell’”Eneide” parla a sua volta dell’indovina Manto, fondatrice della sua città natale.

Come risolvere le contraddizioni? Come conciliare pietà e suggestioni con la presunzione di poter prevedere e dominare il corso degli eventi disconoscendo i limiti posti da Dio?

Ci pensa proprio Virgilio, indignato dalle lacrime di Dante, a cui si rivolge chiedendogli: “Ancor se’ tu de li altri sciocchi?”

La pietà del cristiano ha senso se non diventa impulsiva compassione e accetta il volere imperscrutabile di Dio: “Qui vive la pietà, quand’è ben morta”

Gli mostra Anfiarao, uno dei mitici sette re che mosse guerra a Tebe e aveva previsto la propria morte in battaglia; Tiresia, “che di maschio femmina divenne, cangiandosi le membra tutte quante”, cieco in cambio del dono della profezia. E finisce per ritrattare l’origine della sua Mantova, negando che sia stata fondata da una indovina, ma solo dopo la morte di questa, e pregando Dante di correggere la versione da lui fornita a suo tempo. Nella sua funzione di guida razionale non può non prendere le distanze dalla magia e credere in una Storia fatta da uomini illuminati dal volere divino e costruttori di civiltà.

L’atmosfera del canto è rischiarata dalle immagini di un’Italia bella, dove “giace un laco, a piè de l’Alpe...c’ha nome Benaco… e fassi fiume giù per verdi paschi”, e dalla luce della luna che sembra davvero illuminare la via da seguire, qui volutamente definita “Caino e le spine” dato che l’umana credulità vede nelle macchie lunari la figura di Caino che reca sulle spalle un fascio di spine.

Noi azzardiamo un salto in avanti, dove l’inferno di Dante diventa contemporaneità, nel bel mezzo di una crisi nera e nell’incertezza del futuro; dove a 200€ puoi avere un amuleto trova – lavoro, a 300€ un rito propiziatorio che garantisce un anno di salute e di amore sereno. Se vi vergognate di consultare una cartomante in presenza, trovate le consulenze astrali online.

Da quando un’altra Madonna Vanna scioglieva il sale in tv, i sensitivi si sono messi al passo con i tempi e offrono applicazioni per tablet e smartphone, garanzia di anonimato in internet, talismani ordinabili con prepagata e ricaricabili.

[Immagine: da “L’inferno di Dante” illustrato da Paolo Barbieri. Bonelli Editore, 2021]

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