Egregio Direttore,
ecco un nuovo tipo di rifiuto, ignoto fino a sei mesi fa, cioè le mascherine anti covid usate. A prima vista si tratta di un rifiuto indifferenziato come molti altri, che va a finire nel bidone nero dei rifiuti non riciclabili, e alla fine verrà bruciato negli inceneritori lombardi.
In effetti le mascherine usate pongono qualche problema. Intanto ci sono diversi tipi di mascherine, ma per ora concentriamoci sul tipo più diffuso, le mascherine chirurgiche. Nei prossimi mesi ne consumeremo una grande quantità, in tutta Italia decine di milioni di pezzi al mese. Per prima cosa chiediamo conferma all’Assa che dovremo buttare le mascherine usate nel mucchio dell’ indifferenziato.
Poi ci vengono in mente i pannolini e pannoloni usati, che oggi a Novara vanno nell’indifferenziato, ma che potrebbero essere riciclati, come già fanno a Treviso. Sorgono allora spontanee le domande: perché le mascherine chirurgiche usate non vengono fatte di materiale riciclabile? Perché non viene costruito in provincia di Novara un impianto per riciclarle?
Altrimenti rischiamo di essere sommersi da questo nuovo tipo di rifiuto e di annullare i vantaggi della riduzione dei rifiuti a seguito della prossima applicazione della tariffa puntuale.