Prosegue ad Arona il braccio di ferro fra l’amministrazione comunale e i giostrai. Oggetto della vertenza la possibilità o meno di allestire il luna park con le tradizionali attrazioni in occasione del Tredicino. L’appuntamento con la festa cittadina, dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, non dovrebbe essere in pericolo, anche perché ormai a ridosso con la tanto auspicata fine dell’emergenza, al momento indicata dal Governo per il prossimo 31 marzo. Il sindaco Federico Monti e l’assessore al commercio Monia Mazza lo hanno ribadito nei giorni scorsi in occasione di un paio di incontri (l’ultimo giovedì 3 febbraio) avuti con i rappresentanti della categoria.
«Poiché gli spettacoli – ha detto Mazza – sono allestiti in piazzale Aldo Moro, nella zona fra la stazione ferroviaria e il lungolago, la nostra preoccupazione maggiore è quella di evitare pericolosi assembramenti che potrebbero crearsi anche in occasione della gestione di operazioni come quelle legate al controllo dei green pass. Senza dimenticare il sovraffollamento che potremo aspettarci in occasioni come queste, con tanti visitatori provenienti da Novara, dal Vco e anche dal Varesotto».
Cosa chiedono i giostrai e cosa propone l’amministrazione? «Sono fermi da due anni e reclamano giustamente la possibilità di lavorare. Però la motivazione che in altre località piemontesi hanno potuto allestire le loro attrazioni si scontra con la realtà degli spazi messi loro disposizione qui ad Arona. Visto che siamo vicini al termine della fase di emergenza – ha aggiunto – abbiamo proposto loro un rinvio ad aprile, ma ci hanno risposto di avere altri impegni per quelle date».
In ogni caso la porta non è stata del tutto chiusa: «Ci siamo lasciati dandoci un appuntamento fra un paio di settimane, diciamo dopo metà mese. In quella occasione abbiamo chiesto di presentarci un adeguato piano di sicurezza, con tanto di gestione di spazi e di personale addetto, che poi provvederemo a valutare come amministrazione insieme alla Polizia locale e alla Prefettura. Vedremo cosa si potrà fare».