La crisi politica fra il sindaco Federico Monti e la maggioranza leghista, deflagrata ieri, lunedì 9 ottobre, ha di fatto consegnato Arona nelle mani del commissario prefettizio, che sarà nominato nei prossimi giorni dopo la notizia delle dimissioni di massa dei dieci tra assessori (Monia Mazza e Marina Grassani) e consiglieri (Ferruccio Cairo, Davide Casazza, Monica D’Alessandro, Pietro D’Ippolito, Antonio Furfaro, Valentina Temporelli, Nicola Zonca) oltre al vice sindaco e parlamentare Alberto Gusmeroli considerato l’ideatore dell’operazione.
Monti, che anche ieri si era recato, come tutte le mattine, in municipio, dopo aver appreso con stupore e amarezza la novità, ha tuttavia dimostrato di aver incassato tutto sommato bene il colpo, reagendo con forza e determinazione: «Evidentemente – racconta a La Voce – gli autori di questo gesto dovranno assumersi le loro responsabilità, perché hanno fatto qualcosa di non bello per la città. Arona aveva bisogno di altro, di continuità, di andare avanti con i suoi progetti che facevano parte del nostro programma. Evidentemente il fatto di avere la schiena dritta e di non essere supino al volere dell’ex vicesindaco ha prodotto questo».
«Ho sempre cercato di lavorare con il massimo dell’impegno – prosegue Monti –. Non è vero che ho litigato con i consiglieri comunali. Con gli assessori questo sì, perché è normale che si discuta, ma non è possibile lavorare se poi le decisioni provengono sempre dalla parte del più forte, di chi riesce a esercitare il potere arrivando a convincere persone che sino a qualche giorno fa mi avevano detto che non avrebbero mai fatto una cosa simile». Chiara allusione al fatto che alcuni dei consiglieri dimissionari sarebbero stati “costretti” al grande passo per pura disciplina di partito.
Infine la decisione di non gettare la spugna, anzi: «A tutti dico che da questo momento sono in campo e mi ricandiderò alla guida di una lista civica composta da tante persone che mi vogliono bene. Spero di poter riuscire a portare avanti quello che era il mio programma per la città, perché gli aronesi se lo meritano».
Se al momento non è stato possibile ottenere dichiarazioni ufficiali da parte dei “big” locali del centrodestra, il senatore di Fratelli d’Italia Gaetano Nastri e il segretario provinciale del “Carroccio” Massimo Giordano, nel versante opposto dello schieramento politico, ritorna un minimo di fiducia, pur nella consapevolezza che bisognerà lavorare e molto.
«La Lega e Gusmeroli, seguendo i loro giochi di potere, hanno preferito consegnare la città al commissario – commenta duramente il segretario locale del Pd Gianluca Ubertini, già indicato dai dem come possibile candidato sindaco –. Chi pagherà le conseguenze saranno in prima battuta i cittadini aronesi, anche se vedo questo episodio come una sorta di regolamento di conti fra le due forze del centrodestra in vista di accordi superiori. E’ un peccato che andarci di mezzo ci siano le amministrazioni locali». Non è sorpreso dell’accaduto il segretario provinciale del Pd, Rossano Pirovano: «E’ successo quello che andavamo dicendo da tempo. Lega e Fratelli d’Italia non sono d’accordo su nulla, ma stanno insieme unicamente per ragioni di potere e di spartizione delle poltrone. Non è certo che questa strana alleanza debba continuare. Da parte del centrosinistra ci sarà molto da lavorare, ma auspico che al momento del voto gli aronesi si ricordino di quanto accaduto».
Dunque, a poco più di sei mesi dall’appuntamento con le urne (anche Arona a questo punto si inserirà nella “finestra” prevista per la prossima primavera) è sempre più probabile un “derby” nel centrodestra fra Gusmeroli, leader indiscusso della Lega, e Monti, alla guida di una “civica” ma che alle spalle potrebbe avere FdI, visto che Nastri aveva a suo tempo dichiarato, senza però esporre il suo partito, di appoggiare il primo cittadino in carica per un secondo mandato. E poi un candidato del centrosinistra (ma sarà davvero Ubertini?) come terzo incomodo.
Ma c’è un’altra riflessione sovracomunale da considerare come parte della vicenda. Le dimissioni dell’assessore Monia Mazza comportano anche la sua decadenza da consigliera provinciale, dove tra l’altro ricopre la delega al Bilancio. A subentrarle sarà il sindaco di Recetto Lido Beltrame, esponente di FdI, partito che a questo punto a Palazzo Natta guadagna un seggio a scapito della Lega. Cosa forse di poco conto, se si considera che il consiglio provinciale potrebbe essere rinnovato con le elezioni di secondo livello a cavallo del Capodanno. Ma anche questo appuntamento sarà soggetto a una nuova conta fra i due “azionisti” del centrodestra.