Statale Arona-Meina, Anas ammette: «È un cantiere ostico»

Proseguono i lavori sul tratto di strada, all'altezza dello svincolo per il Sancarlone, ma nessuno si sbilancia sulla tanto agognata data di fine cantiere

Statale Arona-Meina, Anas ammette: «È un cantiere ostico». Nel mese di marzo del 2020, quando ha ceduto una porzione di muro di sostegno a strapiombo sul lago all’altezza dello svincolo per il Sancarlone, nessuno si sarebbe mai immaginato che quela tratto di statale 33 del Sempione tra Arona e Meina si sarebbe trasformata in un cantiere aperto senza una data precisa di fine lavori.

Il crollo e il conseguente cantiere da allora sta arrecando disagi infiniti alla mobilità, tradotti in grossi intralci per la vicina Arona che – come aveva dichiarato il primo cittadino Federico Monti qui – si è vista costretta a posticipare interventi urbanistici fondamentali per la stagione estiva aronese. Insomma una “cascata” che, di fatto, ha coinvolto diverse realtà territoriali e non solo i cittadini. A fare il punto della situazione ci prova Anas, responsabile del tratto stradale in questione, che ammette: «Il cantiere di Arona è un cantiere ostico. Ha caratteristiche di particolare complessità per via degli spazi di lavoro estremamente ridotti che consentono la compresenza ridotta delle maestranze e limitano la simultaneità di diverse lavorazioni, nonché per la morfologia stessa del territorio. Durante la realizzazione dei micropali della sottofondazione, infatti, è stata rilevata la presenza di un substrato di sabbia mista a ghiaia che interessa parte dell’opera di fondazione. La natura di tale substrato ha reso necessario modificare già in corso d’opera le modalità operative per la realizzazione della palificata di fondazione tramite il rivestimento metallico dei pali. L’imprevisto geologico – continua Anas – ha inoltre richiesto, a febbraio 2022, l’esecuzione di indagini suppletive tra cui le prove di carico sulle opere realizzate i cui risultati hanno consentito di determinare la modalità di intervento per procedere con la realizzazione della zattera di fondazione – ormai in via di completamento – su cui sta per essere avviata l’elevazione del muro tramite posa dei moduli cellulari.

La progettazione della seconda fase dei lavori, particolarmente densa, è stata avviata in concomitanza con l’esecuzione della prima fase di intervento conclusa a dicembre 2020. La progettazione ha tenuto conto delle richieste e delle prescrizioni della Commissione Locale per il Paesaggio, per il tramite del Comune di Arona, in merito alle caratteristiche dei lavori da eseguire sull’infrastruttura. In particolare, è stata sviluppata e ricompresa nel progetto di intervento la costruzione di una pista ciclopedonale a sbalzo lato lago. Inoltre – conclude Anas – in considerazione della vetustà dell’opera e dei vincoli storici e paesaggistici cui è soggetta, il preliminare architettonico è stato anche oggetto di parere da parte della Soprintendenza. Pervenuta a fine aprile 2021 l’Autorizzazione paesaggistica, il progetto esecutivo di intervento è stato completato nell’arco di un mese consentendo, a maggio, l’avvio della seconda fase di intervento. L’intero intervento rappresenta un investimento pari a circa 2 milioni e 200 mila euro».

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Il crollo e il conseguente cantiere da allora sta arrecando disagi infiniti alla mobilità, tradotti in grossi intralci per la vicina Arona che – come aveva dichiarato il primo cittadino Federico Monti qui – si è vista costretta a posticipare interventi urbanistici fondamentali per la stagione estiva aronese. Insomma una “cascata” che, di fatto, ha coinvolto diverse realtà territoriali e non solo i cittadini. A fare il punto della situazione ci prova Anas, responsabile del tratto stradale in questione, che ammette: «Il cantiere di Arona è un cantiere ostico. Ha caratteristiche di particolare complessità per via degli spazi di lavoro estremamente ridotti che consentono la compresenza ridotta delle maestranze e limitano la simultaneità di diverse lavorazioni, nonché per la morfologia stessa del territorio. Durante la realizzazione dei micropali della sottofondazione, infatti, è stata rilevata la presenza di un substrato di sabbia mista a ghiaia che interessa parte dell’opera di fondazione. La natura di tale substrato ha reso necessario modificare già in corso d’opera le modalità operative per la realizzazione della palificata di fondazione tramite il rivestimento metallico dei pali. L’imprevisto geologico – continua Anas – ha inoltre richiesto, a febbraio 2022, l’esecuzione di indagini suppletive tra cui le prove di carico sulle opere realizzate i cui risultati hanno consentito di determinare la modalità di intervento per procedere con la realizzazione della zattera di fondazione – ormai in via di completamento – su cui sta per essere avviata l’elevazione del muro tramite posa dei moduli cellulari.

La progettazione della seconda fase dei lavori, particolarmente densa, è stata avviata in concomitanza con l’esecuzione della prima fase di intervento conclusa a dicembre 2020. La progettazione ha tenuto conto delle richieste e delle prescrizioni della Commissione Locale per il Paesaggio, per il tramite del Comune di Arona, in merito alle caratteristiche dei lavori da eseguire sull’infrastruttura. In particolare, è stata sviluppata e ricompresa nel progetto di intervento la costruzione di una pista ciclopedonale a sbalzo lato lago. Inoltre – conclude Anas – in considerazione della vetustà dell’opera e dei vincoli storici e paesaggistici cui è soggetta, il preliminare architettonico è stato anche oggetto di parere da parte della Soprintendenza. Pervenuta a fine aprile 2021 l’Autorizzazione paesaggistica, il progetto esecutivo di intervento è stato completato nell’arco di un mese consentendo, a maggio, l’avvio della seconda fase di intervento. L’intero intervento rappresenta un investimento pari a circa 2 milioni e 200 mila euro».

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