500 ventilatori polmonari inefficaci, la Regione: «Il Piemonte non è un caso isolato»

Acquistati dall'ex Commissario all'emergenza, a 10.000 euro l'uno, durante la prima e tragica ondata Covid giacciono inutilizzati. Per Arcuri «sono dotati di certificazione CE, iscritti nella banca dati dei dispositivi medici gestita dal Ministero della Salute e la loro qualità è stata certificata anche dal Comitato Tecnico Scientifico»

Circa 500 ventilatori polmonari inefficaci acquistati dall’ex Commissario all’emergenza Domenico Arcuri, a 10.000 euro l’uno, durante la prima e tragica ondata Covid, giacciono inutilizzati. Il caso è scoppiato in Piemonte subito dopo la visita all’Unità di crisi regionale del generale Figliuolo, avvenuta lunedì scorso.

Secondo la Regione Piemonte, però, di questi apparecchi inutilizzati ce ne sarebbero di più, sparsi in altre parti d’Italia. «In una recente riunione convocata dalla Struttura commissariale del generale Figliuolo lo scorso 4 ottobre 2021 (messa a verbale) varie altre Regioni hanno evidenziato un mancato utilizzo di questi ventilatori, considerati inadatti alle terapie intensive. Ciò che ha evidenziato il Piemonte, quindi, è tutt’altro che un caso isolato», si legge in una nota diffusa dalla Giunta regionale in replica a quanto dichiarato dall’ex Commissario Arcuri.

Quest’ultimo, infatti, alla pubblicazione delle prime notizie sulla vicenda ha diramato una nota, in cui afferma che «bisogna fare chiarezza» e si riserva «di porre in essere ogni azione in ogni sede a tutela del proprio operato».

«Nel periodo marzo 2020 – marzo2021, su richiesta della Regione – prosegue Arcuri – sono stati inviati in Piemonte 85 ventilatori polmonari acquisiti tramite procedura Consip e 445 forniti dall’unico produttore italiano di tali apparecchiature, SIARE Engineering International Group S.r.l., necessari per integrare la precedente fornitura che non consentiva di fronteggiare, nella quantità e nelle tempistiche, il fabbisogno di ventilatori espresso dalle regioni». Ventilatori che, secondo l’ex Commissario, sono stati «inizialmente acquistati prima dalla Protezione Civile e poi dalla struttura del Commissario Straordinario, appurato che sono dotati di certificazione CE, iscritti nella banca dati dei dispositivi medici gestita dal Ministero della Salute e la loro qualità è stata certificata anche dal Comitato Tecnico Scientifico che ne ha approvato l’acquisto nella seduta del 7 marzo 2020». Arcuri sostiene, inoltre, che «tutte le regioni italiane hanno utilizzato e continuano ad utilizzare identici ventilatori distribuiti dalla struttura commissariale. Nessuna regione ha lamentato problemi che potessero comportare “gravi ripercussioni cliniche sui pazienti” o ha ritenuto che fosse “improponibile l’utilizzo degli stessi per i pazienti con insufficienza respiratoria”».

Ma nella relazione riservata (alcuni parti sono state pubblicate da Lo Spiffero) del direttore del Dirmei Emilpaolo Manno e di Sergio Livigni, coordinatore dell’area sanitaria del dipartimento del colonnello Gabriele Picchioni, responsabile del settore elettromedicali della struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo, si legge: «I ventilatori Siare presentano caratteristiche hardware e software che ne rendono improponibile l’utilizzo in pazienti con insufficienza respiratoria».

Non solo, la Regione Piemonte fa sapere di aver «segnalato alla struttura dell’ex commissario Arcuri le gravi criticità sull’idoneità dei ventilatori inviati poche settimane prima al nostro territorio con una lettera ufficiale del 10 dicembre 2020 (Prot. 4330/UC SAE). Nella nota la Regione chiedeva espressamente ad Arcuri un approfondimento tecnico sull’idoneità dei ventilatori in questione, chiedendo anche, qualora non fosse stata certificata, di sostituire le suddette apparecchiature con altre idonee all’impiego nelle terapie intensive».

La nota della Giunta Cirio fa presente anche che «la Regione Piemonte ha investito 17 milioni di euro di proprie risorse per acquistare ventilatori di qualità e le apparecchiature necessarie a potenziare i posti di terapia intensiva del territorio e fornire ai propri cittadini, come sempre, la migliore assistenza sanitaria possibile».

In molti, in queste ore, si chiedono che cosa sarebbe potuto accadere se tali ventilatori fossero stati utilizzati sui pazienti gravi della prima ondata della pandemia. Dalle informazioni in nostro possesso risulta che alcuni di questi apparecchi siano stati consegnati all’ospedale Maggiore, ma che vengano utilizzati per il trattamento di pazienti in condizioni non critiche.

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Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

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500 ventilatori polmonari inefficaci, la Regione: «Il Piemonte non è un caso isolato»

Acquistati dall’ex Commissario all’emergenza, a 10.000 euro l’uno, durante la prima e tragica ondata Covid giacciono inutilizzati. Per Arcuri «sono dotati di certificazione CE, iscritti nella banca dati dei dispositivi medici gestita dal Ministero della Salute e la loro qualità è stata certificata anche dal Comitato Tecnico Scientifico»

Circa 500 ventilatori polmonari inefficaci acquistati dall’ex Commissario all’emergenza Domenico Arcuri, a 10.000 euro l’uno, durante la prima e tragica ondata Covid, giacciono inutilizzati. Il caso è scoppiato in Piemonte subito dopo la visita all’Unità di crisi regionale del generale Figliuolo, avvenuta lunedì scorso.

Secondo la Regione Piemonte, però, di questi apparecchi inutilizzati ce ne sarebbero di più, sparsi in altre parti d’Italia. «In una recente riunione convocata dalla Struttura commissariale del generale Figliuolo lo scorso 4 ottobre 2021 (messa a verbale) varie altre Regioni hanno evidenziato un mancato utilizzo di questi ventilatori, considerati inadatti alle terapie intensive. Ciò che ha evidenziato il Piemonte, quindi, è tutt’altro che un caso isolato», si legge in una nota diffusa dalla Giunta regionale in replica a quanto dichiarato dall’ex Commissario Arcuri.

Quest’ultimo, infatti, alla pubblicazione delle prime notizie sulla vicenda ha diramato una nota, in cui afferma che «bisogna fare chiarezza» e si riserva «di porre in essere ogni azione in ogni sede a tutela del proprio operato».

«Nel periodo marzo 2020 – marzo2021, su richiesta della Regione – prosegue Arcuri – sono stati inviati in Piemonte 85 ventilatori polmonari acquisiti tramite procedura Consip e 445 forniti dall’unico produttore italiano di tali apparecchiature, SIARE Engineering International Group S.r.l., necessari per integrare la precedente fornitura che non consentiva di fronteggiare, nella quantità e nelle tempistiche, il fabbisogno di ventilatori espresso dalle regioni». Ventilatori che, secondo l’ex Commissario, sono stati «inizialmente acquistati prima dalla Protezione Civile e poi dalla struttura del Commissario Straordinario, appurato che sono dotati di certificazione CE, iscritti nella banca dati dei dispositivi medici gestita dal Ministero della Salute e la loro qualità è stata certificata anche dal Comitato Tecnico Scientifico che ne ha approvato l’acquisto nella seduta del 7 marzo 2020». Arcuri sostiene, inoltre, che «tutte le regioni italiane hanno utilizzato e continuano ad utilizzare identici ventilatori distribuiti dalla struttura commissariale. Nessuna regione ha lamentato problemi che potessero comportare “gravi ripercussioni cliniche sui pazienti” o ha ritenuto che fosse “improponibile l’utilizzo degli stessi per i pazienti con insufficienza respiratoria”».

Ma nella relazione riservata (alcuni parti sono state pubblicate da Lo Spiffero) del direttore del Dirmei Emilpaolo Manno e di Sergio Livigni, coordinatore dell’area sanitaria del dipartimento del colonnello Gabriele Picchioni, responsabile del settore elettromedicali della struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo, si legge: «I ventilatori Siare presentano caratteristiche hardware e software che ne rendono improponibile l’utilizzo in pazienti con insufficienza respiratoria».

Non solo, la Regione Piemonte fa sapere di aver «segnalato alla struttura dell’ex commissario Arcuri le gravi criticità sull’idoneità dei ventilatori inviati poche settimane prima al nostro territorio con una lettera ufficiale del 10 dicembre 2020 (Prot. 4330/UC SAE). Nella nota la Regione chiedeva espressamente ad Arcuri un approfondimento tecnico sull’idoneità dei ventilatori in questione, chiedendo anche, qualora non fosse stata certificata, di sostituire le suddette apparecchiature con altre idonee all’impiego nelle terapie intensive».

La nota della Giunta Cirio fa presente anche che «la Regione Piemonte ha investito 17 milioni di euro di proprie risorse per acquistare ventilatori di qualità e le apparecchiature necessarie a potenziare i posti di terapia intensiva del territorio e fornire ai propri cittadini, come sempre, la migliore assistenza sanitaria possibile».

In molti, in queste ore, si chiedono che cosa sarebbe potuto accadere se tali ventilatori fossero stati utilizzati sui pazienti gravi della prima ondata della pandemia. Dalle informazioni in nostro possesso risulta che alcuni di questi apparecchi siano stati consegnati all’ospedale Maggiore, ma che vengano utilizzati per il trattamento di pazienti in condizioni non critiche.

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Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.