A 10 anni si fa crescere i capelli per donarli a chi fa parrucche oncologiche. Un piccolo grande gesto di solidarietà compiuto da Kimi Bossi (nella foto in alto prima, durante e dopo il taglio), ragazzino novarese che dopo 2 anni passati a far crescere la propria chioma ha deciso di “darci un taglio” a fin di bene. Gesto che, come abbiamo scoperto grazie agli addetti ai lavori, compiono tantissimi suoi coetanei, ma non solo.
«Kimi ha sempre amato portare i capelli lunghi, così come suo padre – spiega la mamma Ying – Ma dall’esterno, per la verità soprattutto dai nonni, si è sempre sentito dire “tagliali, cosa te ne fai di capelli così lunghi?”. Poi un giorno, grazie a un articolo della Voce, abbiamo scoperto che era possibile donare capelli molto lunghi per realizzare parrucche destinate ai pazienti oncologici e che, proprio a Novara, c’è una parrucchiera specializzata in questo tipo di tagli. Così io e mio marito Boris gliene abbiamo parlato, per far sì che il momento del taglio avesse una finalità benefica. Lui si mette volentieri a disposizione per cause di questo tipo; da alcuni anni per il suo compleanno organizza raccolte fondi tra gli amici: invece di farsi fare dei regali, lì fa lui donando ad associazioni che si occupano di bambini meno fortunati. E infatti Kimi ha accettato subito. Per la verità ha dovuto far crescere i capelli ancora per un po’: pensavamo che 20 cm di lunghezza fossero sufficienti, invece, parlando con Manuela abbiamo scoperto che dovevano raggiungere i 30 cm. Quindi ha potuto goderseli ancora per un po’».
Fino a quando è arrivato il gran giorno, a metà della scorsa settimana. «Erano un paio d’anni che non mi tagliavo i capelli – racconta Kimi – I miei genitori mi hanno spiegato che ci sono persone che, per colpa della malattia, perdono i capelli. Ho pensato che per questo potevo anche tagliarmeli. Ora sono contento di averlo fatto, i capelli corti mi piacciono e mi sento bene, come prima».
Dietro al nuovo look di Kimi c’è Manuela De Marie, acconciatrice novarese che a luglio dell’anno scorso ha terminato il corso per acconciatori oncologici, promosso da Confartigianato Novara e Vco e sostenuto dalla Regione Piemonte. Un’esperienza “pilota”, praticamente unica in tutta Italia, che ha visto anche il coinvolgimento della sezione novarese della Lilt e dell’ospedale Maggiore, entrambi avevano messo a disposizione esperti e medici per la formazione. Da allora i suoi saloni di corso Mazzini e di via Gibellini sono abilitati alla raccolta dei capelli, che tramite il reparto di Oncologia del Maggiore, vengono inviati a un’azienda di Roma, specializzata nella realizzazione di parrucche. (Qui l’articolo integrale relativo all’iniziativa, che ha ispirato anche la donazione di Kimi).
«Kimi è stato molto coraggioso – commenta De Marie, con affetto ed entusiasmo – La raccolta per il progetto Smile va alla grande, ci contattano sia uomini che donne, soprattutto tante mamme per accompagnare le figlie con capelli molto lunghi e colgono questa iniziativa per spingerle a tagliarseli. Quello che mi fa molto piacere notare è che queste mamme raccontano ai figli che questo loro gesto regalerà un sorriso a chi affronta le terapie per curarsi e che durante il taglio si tengono per mano. Sono sempre momenti emozionanti, anche per noi e dimostrano che la solidarietà è viva: con questo gesto della donazione si sentono partecipi, vogliono fare qualcosa. Molti mi hanno confessato che solo grazie a questo, al fatto di avere una finalità concreta, hanno trovato la spinta a tagliarsi i capelli dopo anni. E non dimentichiamo che grazie a questa collaborazione fra il reparto di Oncologia, Fondazione Prometeus Onlus e l’azienda romana Tricostarc tutti questi bellissimi capelli evitano di essere gettati nel sacco dell’indifferenziato».
Una filosofia anti spreco, di recupero e riuso che è al centro anche di un altro servizio: «Mi sembra utile e importante ricordare che è possibile anche recuperare le parrucche usate – sottolinea De Marie – Siamo in grado di sanificarle e rivitalizzarle, successivamente tramite la “Banca della parrucca” presso l’Oncologia, vengono consegnate a pazienti che non avrebbero la possibilità di acquistarle a proprie spese e che le possono utilizzare nel periodo in cui ne hanno bisogno; per poi restituirle e rimetterle nuovamente a disposizione. Anche questa iniziativa sta avendo un buon riscontro, me le mandano anche colleghe e colleghi di altri saloni. Ne ho appena ricevute diverse persino da Varese».