«A Bergamo un’esperienza toccante. Il grazie delle persone guarite la più bella ricompensa»

«Un momento toccante, che rimarrà per sempre nelle nostre vite. Una delle esperienze più forti vissute da alpino». Nino Piercarlo è uno dei quattro alpini di Ana Novara che ha prestato soccorso alla sezione di Bergamo nell’ospedale a tenda allestito in città per fronteggiare l’emergenza. Lui e Lorenzo Cavallaro hanno svolto doppio turno, ossia per due settimane, e poi ci sono stati per una settimana anche Giuseppe Bracca e Iginio Mantovan. Gli alpini di tutta Italia in questo periodo si sono organizzati per poter sempre essere di aiuto in caso di necessità.

«La pandemia si sta lentamente riducendo, ma l’ospedale rimane operativo in caso di emergenza, – spiega Adriano Nestasio, alpino e coordinatore Protezione civile – tutti gli alpini d’Italia, divisi per raggruppamenti, stanno svolgendo servizio a Bergamo e al Piemonte è toccato per due volte al momento. Un altro turno potrebbe esserci a luglio». Nestasio non è stato presente a Bergamo perché molto impegnato a Trecate e in provincia per la gestione dei Coc, Centri operativi comunali, e dei servizi per le persone in difficoltà.

 

 

«Siamo stati agli ingressi dell’ospedale giorno e notte ed è stato intenso, – dice Nino Piercarlo – nella notte il silenzio era qualcosa che ti colpiva davvero tanto. Abbiamo percepito davvero la situazione di Bergamo, non c’eravamo quando i mezzi partivano con a bordo le salme, ma abbiamo percepito la situazione, abbiamo visto ambulanze, elicotteri trasportare malati». L’emozione più grande i pazienti guariti: «Era bello quando un paziente usciva e ti salutava, era come se ti desse una enorme ricompensa con quel saluto».

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«A Bergamo un’esperienza toccante. Il grazie delle persone guarite la più bella ricompensa»

«Un momento toccante, che rimarrà per sempre nelle nostre vite. Una delle esperienze più forti vissute da alpino». Nino Piercarlo è uno dei quattro alpini di Ana Novara che ha prestato soccorso alla sezione di Bergamo nell'ospedale a tenda allestito in città per fronteggiare l'emergenza. Lui e Lorenzo Cavallaro hanno svolto doppio turno, ossia per due settimane, e poi ci sono stati per una settimana anche Giuseppe Bracca e Iginio Mantovan. Gli alpini di tutta Italia in questo periodo si sono organizzati per poter sempre essere di aiuto in caso di necessità. «La pandemia si sta lentamente riducendo, ma l'ospedale rimane operativo in caso di emergenza, - spiega Adriano Nestasio, alpino e coordinatore Protezione civile - tutti gli alpini d'Italia, divisi per raggruppamenti, stanno svolgendo servizio a Bergamo e al Piemonte è toccato per due volte al momento. Un altro turno potrebbe esserci a luglio». Nestasio non è stato presente a Bergamo perché molto impegnato a Trecate e in provincia per la gestione dei Coc, Centri operativi comunali, e dei servizi per le persone in difficoltà.     «Siamo stati agli ingressi dell'ospedale giorno e notte ed è stato intenso, - dice Nino Piercarlo - nella notte il silenzio era qualcosa che ti colpiva davvero tanto. Abbiamo percepito davvero la situazione di Bergamo, non c'eravamo quando i mezzi partivano con a bordo le salme, ma abbiamo percepito la situazione, abbiamo visto ambulanze, elicotteri trasportare malati». L'emozione più grande i pazienti guariti: «Era bello quando un paziente usciva e ti salutava, era come se ti desse una enorme ricompensa con quel saluto».

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