“A head for Meina”, una scultura in memoria delle vittime dell’eccidio

Inaugurato sul lungolago, il masso sembianze di un volto quasi completamente trasfigurato

La scultura “A head for Meina”, creata dell’artista Ofer Lellouche, è stata inaugurata ieri mattina, 13 febbraio, sul lungolago di Meina in memoria delle vittime dell’eccidio che persero la vita per mano dei nazi-fascisti.

L’opera, dal forte significato simbolico, è costituita da un enorme masso dalle sembianze di un volto quasi completamente trasfigurato, che guarda verso il lago e verso le 16 pietre di inciampo poste a Meina. L’idea è quella di richiamare la tradizione ebraica all’interno della quale si porta un sasso sulla tomba dei defunti per onorarli. Il tutto con un doppio significato: porre un oggetto imperituro e richiamare la parola “padre” e la parola “figlio”, che hanno una radice comune, in ebraico, con la parola “sasso”, in una visione di continuità delle generazioni, di qualcosa che si perpetua nel tempo.

Alla cerimonia hanno partecipato anche una rapprentanza di Anpi Novara, tra cui la presidente Michela Cella, dell’Istituto storico della Resistenza e il consigliere regionale Domenico Rossi che ha dichiarato: «Sono molto grato all’amministrazione di Meina e al sindaco Fabrizio Barbieri per il lavoro che negli anni ha portato avanti in nome della memoria, convertendo questo impegno in un progetto di lungo respiro tale da trasformare Meina in una grande pietra di inciampo per il nostro territorio. Chiunque passerà di qui, dai concittadini ai turisti, dovrà interrogarsi sulla tragedia dell’Olocausto e sulla responsabilità che ciascuno di noi ha affinché orrori di questo tipo non si verifichino mai più».

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“A head for Meina”, una scultura in memoria delle vittime dell’eccidio

Inaugurato sul lungolago, il masso sembianze di un volto quasi completamente trasfigurato

La scultura “A head for Meina”, creata dell’artista Ofer Lellouche, è stata inaugurata ieri mattina, 13 febbraio, sul lungolago di Meina in memoria delle vittime dell’eccidio che persero la vita per mano dei nazi-fascisti.

L’opera, dal forte significato simbolico, è costituita da un enorme masso dalle sembianze di un volto quasi completamente trasfigurato, che guarda verso il lago e verso le 16 pietre di inciampo poste a Meina. L’idea è quella di richiamare la tradizione ebraica all’interno della quale si porta un sasso sulla tomba dei defunti per onorarli. Il tutto con un doppio significato: porre un oggetto imperituro e richiamare la parola “padre” e la parola “figlio”, che hanno una radice comune, in ebraico, con la parola “sasso”, in una visione di continuità delle generazioni, di qualcosa che si perpetua nel tempo.

Alla cerimonia hanno partecipato anche una rapprentanza di Anpi Novara, tra cui la presidente Michela Cella, dell'Istituto storico della Resistenza e il consigliere regionale Domenico Rossi che ha dichiarato: «Sono molto grato all’amministrazione di Meina e al sindaco Fabrizio Barbieri per il lavoro che negli anni ha portato avanti in nome della memoria, convertendo questo impegno in un progetto di lungo respiro tale da trasformare Meina in una grande pietra di inciampo per il nostro territorio. Chiunque passerà di qui, dai concittadini ai turisti, dovrà interrogarsi sulla tragedia dell’Olocausto e sulla responsabilità che ciascuno di noi ha affinché orrori di questo tipo non si verifichino mai più».

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