«Le disuguaglianze sono un tratto tipico delle nostre comunità. Fondazione Cariplo ci apre una finestra su un fenomeno che interessa tutti e che ha come scopo quello di accorciare le distanze. Abbiamo ascoltato il territorio e abbiamo cercato di restituire i bisogni attraverso i bandi che in modo che le associazioni possano impegnarsi in tal senso. Da soli non possiamo fare molto, ma tutti insieme organizzazioni private e pubbliche, enti e imprese facendo funzionare il sistema della sussidiarietà circolare enti allora riusciamo a organizzare progetti interessanti».
Il presidente della Fondazione Comunità Novarese, Davide Maggi, ha parlato così in apertura di convegno “Accorciamo le distanze” al castello di Novara, promosso da Fondazione Cariplo – di cui lui stesso è consigliere – sulla presentazione del primo rapporto sulle disuguaglianze.
Il report è stato presentato da Valentina Amorese, dell’area ricerca scientifica di Fondazione Cariplo, Gian Paolo Barbetta, docente di Economia all’università Cattolica, e Federico Fubini, vice direttore del Corriere della Sera, che si è occupato del rapporto
Punto focale è stato il fenomeno di disparità sociale a partire dalla seconda elementare fino alle superiori,. confrontando diverse tipologie di alunni e il titolo di studio dei genitori.
«Il nostro compito è quello di rafforzare le comunità, dunque cogliere le diversità come qualcosa di utile – ha affermato il presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone -. Una società con tanti anziani e pochi giovani deve riuscire a intervenire in modo che tutti possano sviluppare le proprie potenzialità».
All’incontro ha partecipato anche Laura Lazzarotto parla a nome delle tante famiglie che frequentano i centri e le attività dell’associazione Laura Lazzarotto, direttrice di Anffas di Novara e Borgomanero, sottolineando «la grande fragilità delle famiglie con disabili che dopo la scuola abbiamo hanno pochi percorsi di collegamento con la società. Dobbiamo uscire dalla mentalità che il disabile debba essere aggiustato: è al contrario una persona che si trasforma rispetto ai progetti promossi da associazioni e professionisti. I percorsi ci sono, il problema è che il mondo dei servizi a fermo al 1996. Dal 2002 i casi di disabilità cognitiva sono aumentati del 4% bambini con disabilità: se non ci mettiamo insieme a fare qualcosa è difficile consegnare qualcosa di concreto alle famiglie che continueranno a rinchiudersi nelle loro difficoltà».
«Nel 2019 le persone seguiti dai Servizi sul territorio del comune di Novara erano 2075, nel 2023 sono 2207 tra anziani, disabili, famiglie in povertà – ha detto l’assessore ai Servizi sociali del comune di Novara, Teresa Armienti -. Nei nostri uffici arrivano persone che non sanno dove andare: l’emergenza abitativa è l’aspetto più urgente. Il Covid ha peggiorato la situazione e il Comune ha dovuto fare fronte a diverse emergenze, lavorativa scolastica, sociale ed economica con disagi che ancora permangono». Per fortuna Novara ha una fitta rete di associazioni del Terzo settore e di percorsi di rigenerazione sociale, esempi sono Nòva e Fadabrav: noi siamo il pronto soccorso sociale, ma le persone hanno anche bisogno di essere accompagnate per tornare a una vita normale».
La vice presidente della Provincia di Novara, Michela Leoni, ha invece parlato dei servizi rivolti alle famiglie: «Seguiamo 203 alunni con disabilità e abbiamo incrementato l’orario del servizio educativo. È anche stato avviato uno sportello telematico con attività di orientamento e ascolto».
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